Dai primi ripari naturali costituiti da cave nel nord est della Cina, ai villaggi nella roccia della Turchia fino ai più vicini e caratteristici "sassi" di Matera, milioni di persone hanno vissuto in ambienti ai quali la roccia forniva il naturale riparo. Fin dalle origini l'uomo ha stabilito con la pietra un particolare rapporto che si è mutato con il susseguirsi delle civiltà e delle epoche. Infatti dopo un primo uso "passivo" in età preistorica, quando l'uomo utilizzava per dimora le caverne, si è passati ad un uso "attivo", in cui il materiale veniva estratto e lavorato a seconda delle diverse esigenze costruttive. A fronte di un'edilizia povera in legno o in argilla, la pietra ha costituito fin dalle epoche più antiche l'elemento fondamentale dell'edilizia sacra ed imperiale, assurgendo a simbolo di immutabilità e di potere. L'introduzione del bronzo e la conseguente fabbricazione di utensili ha permesso una prima lavorazione della pietra, fornendo la possibilità di edificare con l'ausilio di massi più o meno regolari, ad esempio nelle caratteristiche strutture dei nuraghe sardi. Anche il mondo egizio antico, benché le abitazioni fossero abitualmente realizzate in mattoni di paglia e argilla, ricorreva alla pietra non solo per l'erezione delle maestose piramidi, ma anche per le costruzioni più importanti: quando addirittura non intagliava la roccia come nel gigantesco complesso di Luxor. Così pure nell'antica Grecia l'uso della pietra era circoscritto alle parti più importanti degli edifici ed in particolar modo alle opere di interesse pubblico, destinate a durare più a lungo. L'abilità e la maestria dei Greci nel taglio e nella costruzione in pietra, esaltati in più dallo splendore del marmo pario, ne mettono in risalto il lato estetico. A Roma la pietra acquista spesso valore di materiale di rivestimento. Questo decreta una nuova tendenza che valorizza la pietra quale materiale decorativo, a scapito dell'originario concetto di robustezza, che la vedeva impiegata soprattutto in funzione strutturale. Il Medioevo vede ancora cittadine e paesi con case prevalentemente in legno, cui vanno però gradatamente sostituendosi gli edifici in pietra via via che aumenta il tenore di vita; finché con la crescita di un ceto medio la pietra o il cotto, a seconda delle prevalenti risorse locali, diventa il materiale privilegiato per le costruzione.
Le difficoltà dei trasporti, dovute alla carenza di vie di comunicazione ed alla mancanza di mezzi idonei al trasporto di materiali pesanti come la pietra, hanno fatto in modo che l'utilizzo del materiale locale fosse la scelta più semplice e ovvia. Questo ha permesso lo sviluppo e la caratterizzazione di stili e di tecniche costruttive differenti in ogni regione, in dipendenza anche dalle particolari caratteristiche di resistenza, lavorabilità e dal cromatismo delle pietre locali.
Dal punto di vista mineralogico, le pietre vengono classificate in tre grandi gruppi: ignee, sedimentarie e metamorfiche, a seconda della loro formazione geologica. La pietra più utilizzata nelle costruzioni è il granito, appartenente al gruppo delle ignee; grazie alle sue caratteristiche di elevata durezza, di resistenza alle intemperie e all'acqua e alle diversità di colore che vanno dal grigio argento, dal rosso al bianco viene comunemente utilizzata per le strutture portanti e per pavimentazioni e arredo urbano. Altri tipi di rocce ignee utilizzate in edilizia sono la selce, con buone caratteristiche di durezza ma friabile, con colori che varino dal nero al grigio, marrone e bianco, e il basalto che deriva da un flusso di lava solidificato e presenta colori scuri: verde, blu, marrone e nero.
Le rocce sedimentarie si formano dalla cementificazione, in condizioni particolari di pressione, di sabbie e pietrisco derivanti dall'erosione delle rocce ignee. Le più comuni di questo secondo tipo di rocce sono le arenarie di colore beige, oro, grigio e rosa. Un'altra roccia sedimentaria utilizzata nelle costruzioni è il calcare, in origine adagiato sotto i fondali marini e contenente depositi di conchiglie fossili; ha colori che variano dal grigio-azzurro, al bruno, al bianco crema.
Le rocce metamorfiche si sono formate attraverso una trasformazione delle rocce ignee o sedimentarie; vengono spesso utilizzate per lavori di rivestimento, copertura e ornamento. Particolarmente conosciute in edilizia sono soprattutto l'ardesia, vari tipi di marmi e l'alabastro. Appartiene a questa categoria il materiale comunemente denominato "verde Alpi", che costituisce una delle pietre ornamentali più note e pregiate della nostra regione.
La muratura costituisce l'impiego più proprio della pietra: è lei che dà sostanza e forma, pregio e durata agli edifici. L'opera di Vitruvio ha consolidato una classificazione tipologica della messa in opera di murature in pietra; la variabilità dei risultati estetici è poi in dipendenza dall'opportuna scelta delle singole pietre, dai diversi procedimenti per l'esecuzione dei giunti e dalla ricerca di equilibri cromatici. Si possono, per semplicità, individuare quattro grandi gruppi tipologici di muratura, a seconda delle tecniche costruttive: muratura in pietra con pezzatura irregolare, muratura con pezzatura regolare, muratura mista in pietrame e laterizio e muratura in pietrame a secco.
Nella muratura a pezzatura irregolare, si utilizza il materiale così come proveniente dalla cava, con scapoli prismatici irregolari; prima della messa in opera, con alcuni colpi di martellina si adatta la pezzatura alla particolare collocazione cercando di evitare gli allineamenti verticali per scongiurare lesioni future e pulendo e bagnando le pietre per mantenere intatto il potere legante della malta.
La muratura ordinaria di pietrame naturale a pezzatura regolare è costituita invece da pietre preventivamente squadrate in blocchetti parallelepipedi disposti ad assise orizzontali. La regolarità delle componenti rende agevole la tessitura.
La muratura cosiddetta "a secco" è caratterizzata dall'assenza di legante; le pietre vengono messe in opera semplicemente appoggiate l'una sull'altra. La resistenza della struttura realizzata con questa tecnica è affidata in questo caso alla sua massa inerziale, e perciò è condizionata al mantenimento dei carichi sulla verticale del muro; ha una fondamentale importanza, inoltre, che le pietre siano "tessute" con particolare attenzione, facendole appoggiare in maniera ben solida sul giro sottostante. L'abilità del muratore consiste proprio nel colpo d'occhio con cui individuare la pietra della forma e pezzatura giusta e nel rilevare, battendola leggermente con il martello, la sua condizione d'appoggio. Il materiale deve essere più omogeneo possibile, e il muro deve avere una sezione maggiore di quella di un muro con legante.
È opportuno richiamare il comportamento della muratura e la naturale tendenza all'assestamento: quando la muratura avrà raggiunto una certa dimensione e una certa altezza, il peso proprio la ridurrà per compressione. Questo provocherà oltre all'abbassamento della parte costruita, anche l'allargamento della sezione mediana. Si dovrà valutare la corretta disposizione della pezzatura dei conci e le differenti sezioni alle diverse altezze del manufatto.
Oggi la muratura in pietra, che sembrava caduta in disuso per l'emergere dei nuovi materiali da costruzione, incomincia ad essere rivalutata. Una nuova disciplina, la bioarchitettura si è proposta di studiare le tecniche piegate dalle varie culture nel corso della storia per cercare di far propria tutta l'esperienza passata individuando i pregi dei materiali tradizionali e oganizzandone l'impiego per la costruzione di edifici moderni e confortevoli.
La caratteristica più evidente di pietra, oltre alla durezza e alla lavabilità, è la proprietà di inerzia termica che con opportune dimensioni la muratura in pietrame riesce ad ottenere; questa importante qualità di accumulare calore per rilasciarlo poi lentamente si può sfruttare combinando una muratura di adeguato spessore una corretta progettazione dell'impianto termico. Le vecchie stufe in pietra, lasciate spegnere alla sera, erano ancora tiepide al mattino: il muro si scalda col sole di giorno, e restituisce il calore durante la notte, evitando il brusco raffreddamento degli ambienti.
Un'altra caratteristica importante del muro in pietra era costituita dalla sua capacità di traspirazione. Questa caratteristica si perde se, come oggi usa, si stuccano i giunti con il cemento; bisognerebbe invece utilizzare come legante malte traspiranti composte da calce idraulica, e così pure gli intonaci dovrebbero essere costituiti da materiali con caratteristiche simili. Sarebbe inoltre opportuno, prima dell'impiego di materiali lapidei, verificarne l'assenza di emissione di randon (gas naturale trasmesso da alcune specie di rocce che in concentrazioni elevate risulta nocivo alla salute dell'uomo) ed il contenuto di ferro in grado di alterare l'equilibrio geomagnetico naturale.
L'aumento della popolazione e la conseguente richiesta abitativa hanno portato ad uno sfruttamento disordinato ed intensivo della pietra in loco; nel corso degli anni sono state aperte numerose cave da coltivo del materiale che hanno gravato pesantemente sul bilancio del territorio, non solo per i danni paesistici che uno sfruttamento disordinato comporta, ma anche per i danni ambientali: instabilizzazione del suolo, formazione di grandi zone di discarica dello sfrido, produzione di polveri, induzione di traffico pesante.
È perciò necessario incentivare l'uso della pietra per le sue proprietà naturali, ma nel contempo stabilire nuove politiche di sfruttamento delle cave a tutela del paesaggio e dell'ambiente in cui giornalmente viviamo.
VALLI DI PIETRA
La catena alpina oltre ad offrire al visitatore luoghi incantevoli è caratterizzata da una variabilità di paesaggi veramente considerevole. Boschi, pietre, laghetti, ghiacciai e prati-pascoli si alternano fra loro dando origine ad angoli suggestivi e diversi gli uni dagli altri. Gli ambienti più fragili li troviamo generalmente nelle vallate il cui angolo di apertura di fa più stretto. Sin dai tempi antichi tale aspetto morfologico ha costituito un serio ostacolo allo sviluppo di coltivazioni. L'eccessiva pendenza di tali versanti ha costretto i nostri avi a costruire numerosi terrazzamenti sostenuti da muri in pietra a secco se si voleva utilizzare tali spazi per l'agricoltura. Alcune vallate della nostra Regione sono caratterizzate da una forte presenza di terrazze e muri splendidamente inseriti nel paesaggio; tuttavia anche in ragione della continua riduzione degli addetti in agricoltura oltrechè dell'azione erosiva quotidiana, per conservare tali pendii è indispensabile effettuare importanti lavori di manutenzione delle murature a secco.
Considerato che in Valle d'Aosta si sta perdendo la pratica delle tecniche costruttive tradizionali dei muri in pietra a secco, la Comunità Montana Monte Rosa che di terrazzamenti "se ne intende", ha proposto la realizzazione di un corso di orientamento e formazione sulla lavorazione della pietra a secco finalizzato principalmente alla realizzazione di muri di sostegno. Tale azione formativa rientra nel progetto più ampio di "studio e progetto di mantenimento e riqualificazione del territorio attraverso la rivalutazione e il rilancio di alcune attività tipiche", finanziato nell'ambito del Programma Comunitario Leader II.
Il programma del corso prevede un po' di teoria e molte ore di pratica che dovrebbero svolgersi a partire dal prossimo autunno in alcuni Comuni della bassa valle. Gli amministratori locali che hanno proposto l'organizzazione del corso sperano che l'iniziativa susciti un vivo interesse soprattutto fra gli addetti del settore, viste anche le necessità reali di intervento che non possono aspettare, data la fragilità progressiva dei versanti.
Sempre in relazione ad interventi di recupero del contesto ambientale meritano di essere segnalati una serie di interventi, questa volta finanziati ai sensi del Porogramma dell'obiettivo 5B, volti a favorire la fruizione da parte degli abitanti e dei turisti, di luoghi altamente suggestivi delle nostre vallate montane meno frequentate. In particolare si segnalano i seguenti progetti che hanno visto il recupero non soltanto del sentiero in sé, ma anche delle opere quali fontanili, piccoli mulini, ponti, passerelle, staccionate, muri in pietra a secco, ecc. che si trovano lungo il percorso.
1. Recupero sentieri Tour d'Oyace del comune di Oyace:
2. Recupero sentieri Busche-Léchère del comune di Bionaz;
3. Recupero sentieri St. Evince-Torgnon del comune di St. Denis;
4. Recupero sentieri vallone Chavacourt del comune di Torgnon;
5. Recupero sentieri e itinerari comunali del comune di St. Nicolas;
6. Recupero sentieri vallone Chavaney-Bruil del comune di Chamois;
7. Recupero sentieri dell'Envers del comune di Lillianes;
8. Ripristino viabilità interna alla frazione Rickurt del comune di Issime.
I progetti relativi ai Comuni di Bionaz, Chamois e Saint-Denis sono già stati ultimati, mentre gli altri lo saranno probabilmente entro fine anno 2000.
In futuro, per i prossimi 4 anni, si pensa di poter riproporre nuovi strumenti d'intervento in tale settore in maniera da poter dare un seguito all'opera di recupero del contesto ambientale avviata in quest'ultimo decennio.
Di Giampiero Collé
Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali