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Qualità delle risorse idriche
La qualità dell'acqua non è una caratteristica della risorsa idrica per la quale esiste un sistema oggettivo di misura, bensì il metodo di valutazione della qualità della risorsa idrica è complesso e in continua evoluzione.
L'ARPA Valle d'Aosta gestisce una vasta rete di monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee che dal 2010, con l'approvazione del Piano di gestione di distretto ha subito una profonda revisione.
La qualità delle risorse idriche non si esaurisce però con la realizzazione di impianti di depurazione, i dati dell'ARPA Valle d'Aosta e la comunità scientifica indicano conclusioni ben più complesse da gestire.
E' in corso inoltre un'evoluzione significativa, sia delle disponibilità, sia della percezione che si ha delle risorse idriche, dalla quale emerge che il sistema valdostano fatica ad adeguarsi, anche se gli strumenti legislativi e di programmazione sono coerenti con le nuove esigenze.
L'attenzione agli aspetti ambientali connessi ai corsi d'acqua e i nuovi usi ricreativi (dalla canoa al rafting, alla pesca o alla semplice fruizione naturalistica) richiedono ambienti il più possibile inalterati e di elevata qualità naturalistica.
Esistono quindi alcune condizioni che rappresentano il punto di partenza di qualunque politica moderna di gestione della risorsa idrica.
Condizioni che il Piano regionale di tutela delle acque approvato nel 2006 aveva chiaramente individuato e esaminato, come previsto dalla direttiva europea 2000/60 in materia di acque e come illustrato nel piano di gestione di distretto approvato il mese scorso dall'Autorità di bacino del fiume Po.
La buona qualità delle acque si consegue attraverso un ampio ventaglio di azioni: la lotta all'inquinamento, la salvaguardia degli ecosistemi acquatici, una razionale ed efficiente organizzazione dei sistemi di distribuzione delle acque.
Il Piano regionale di tutela delle acque aveva già indicato la necessità di integrare la gestione degli usi delle acque con quella dei corpi idrici dal punto di vista della salvaguardia o del recupero degli ecosistemi acquatici.
Il Piano di gestione di distretto, documento di programma richiesto dalla direttiva europea in materia di acque, ha confermato questa esigenza: la gestione degli aspetti quantitativi è strettamente connessa a quelli qualitativi, e una cattiva gestione dei prelievi o il deterioramento degli ecosistemi acquatici trova un'immediata ripercussione nei livelli di qualità delle risorse idriche.
L'obiettivo fissato è di garantire un'adeguata disponibilità idrica, cioè in quantità tali da soddisfare il fabbisogno degli esseri umani e degli ecosistemi, non attraverso la ricerca solo di nuove fonti di approvvigionamento, bensì anche attraverso l'attuazione di politiche ispirate al risparmio, al riutilizzo e all'uso razionale, che globalmente possono aumentare le disponibilità teoriche.