Prevenire la produzione di rifiuti e aumentare i livelli di raccolta differenziata sono obiettivi fondamentali delle politiche locali di gestione dei rifiuti, perché consentono di ridurre i fabbisogni di smaltimento e quindi l’impatto ambientale complessivo. Tecnicamente l’insieme delle azioni preventive e delle azioni di raccolta e riciclaggio viene definito come “minimizzazione” dei rifiuti. Lo schema seguente riassume a questo proposito la “filiera” dei rifiuti e le varie componenti.
Secondo la gerarchia dei criteri di gestione dei rifiuti stabilita dall’Unione Europea e recepita nella normativa nazionale (art. 179 del D.Lgs. 152/06) la prevenzione deve essere prioritaria alla stessa raccolta differenziata ed al riciclaggio, a loro volta “superiori” al recupero energico e, ultimo, allo smaltimento. Infatti uno degli obiettivi dei Piani ambientali d’Azione dell’Unione Europea (sia il quinto che il sesto) era la riduzione della quantità di rifiuti urbani prodotti e il disallineamento tra incremento del PIL e produzione di rifiuti. Occorre dire che questi obiettivi sono ancora lontani dall’essere raggiunti.
Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti (Art. 179 D. Lgs. 152/06 e s.m.i.).
1. La gestione dei rifiuti avviene nel rispetto della seguente gerarchia:
a) prevenzione;
b) preparazione per il riutilizzo;
c) riciclaggio;
d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
e) smaltimento.
La prevenzione della produzione dei rifiuti richiede la capacità di coinvolgimento di un’ampia serie di attori, dai cittadini/consumatori, che possono agire secondo una serie di opzioni diverse al momento dell’acquisto dei beni e al momento in cui devono disfarsene, ai fabbricanti e distributori dei beni, alle imprese produttrici di servizi, alla Pubblica Amministrazione, sia in qualità di acquirente di beni e servizi, sia di fornitore.
L’ottenimento di risultati e il loro consolidamento nel tempo richiede azioni coordinate sui diversi target, perseveranza, capacità di incidere nella cultura dei cittadini e delle imprese, capacità di monitorare l’andamento dei programmi avviati.
A tutti gli attori si richiede un nuovo grado di responsabilità ambientale, naturale prolungamento e rafforzamento della pratica della raccolta differenziata, con la quale vi è quindi uno stretto legame culturale e motivazionale.
Riferimenti normativi
La nuova Direttiva europea sui rifiuti (2008/98/CE), entrata in vigore il 12 dicembre 2008, recepita in Italia con il decreto 205 il 10 dicembre del 2010 contiene, in particolare, gli articoli 9, 29 e, nell’allegato IV, indicazioni specifiche sul tema della prevenzione dei rifiuti, fissando obiettivi e fornendo indicazioni circa le misure da adottare in materia di prevenzione. L’articolo 9 prevede che la Commissione Europea presenti al Parlamento europeo e al Consiglio relazioni e proposte concernenti le misure necessarie a sostegno delle attività di prevenzione e dell’attuazione dei programmi di prevenzione dei rifiuti comprendenti:
• una relazione intermedia sull’evoluzione della produzione dei rifiuti e l’ambito di applicazione della prevenzione dei rifiuti, che comprende la definizione di una politica di progettazione ecologica dei prodotti che riduca al contempo la produzione di rifiuti e la presenza di sostanze nocive in essi, favorendo tecnologie incentrate su prodotti sostenibili, riutilizzabili e riciclabili;
• la formulazione di un piano d’azione per ulteriori misure di sostegno a livello europeo volte, in particolare, a modificare gli attuali modelli di consumo;
• la definizione di obiettivi in materia di prevenzione dei rifiuti, basati sulle migliori prassi disponibili. L’Articolo 29 prevede che gli Stati Membri, entro il 2013, adottino programmi specifici di prevenzione, seguendo le indicazioni che la Commissione fornirà. Tali programmi dovranno definire gli obiettivi raggiungibili con le misure proposte e gli obiettivi dovranno essere via via monitorati utilizzando specifici parametri di valutazione.
Inoltre la Commissione, con l’allegato 4, fornisce indicazioni circa le misure che possono essere prese in considerazione in materia di prevenzione: tra esse vengono citate, ad esempio, il riutilizzo/riparazione di determinati prodotti scartati, incentivi economici per l’acquisto di beni e servizi meno inquinanti, gli accordi con le industrie per lo sviluppo di prodotti maggiormente ecocompatibili, la promozione dei marchi di qualità ecologica, ecc.
Il cosiddetto “Codice dell’Ambiente” (D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante “Norme in materia ambientale”, di cui la parte IV disciplina la materia dei rifiuti e della bonifica dei siti inquinati), contiene, nel testo vigente (con le modifiche apportate da successivi provvedimenti, tra cui il precedentemente citato D- Lgs. 205/2010) una serie di riferimenti e prescrizioni in tema di prevenzione dei rifiuti. Oltre ai Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti, va sottolineato come sia previsto (art. 180) che Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare adotti, entro il 12 dicembre 2013, un programma nazionale di prevenzione dei rifiuti ed elabori indicazioni affinché' tale programma sia integrato nei piani di gestione dei rifiuti. Si prevede quindi la fissazione di obiettivi di prevenzione e di appropriati specifici parametri qualitativi o quantitativi per le misure di prevenzione dei rifiuti, da monitorare e valutare.
In altri termini, la pianificazione della gestione dei rifiuti non si limita alla raccolta, smaltimento e recupero, od alla bonifica dei siti inquinati, ma deve comprendere, a monte, la fase di prevenzione.
Nell’art. 180 bis si prevede che le pubbliche amministrazioni promuovano, nell'esercizio delle rispettive competenze, iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti. Tali iniziative possono consistere anche in:
a) uso di strumenti economici;
b) misure logistiche, come la costituzione ed il sostegno di centri e reti accreditati di riparazione/riutilizzo;
c) adozione, nell'ambito delle procedure di affidamento dei contratti pubblici, di idonei criteri ambientali, così come già previsto dal Codice degli appalti (D.Lgs. 163/2006)
d) definizione di obiettivi quantitativi;
e) misure educative;
f) promozione di accordi di programma.
Programma triennale di azioni volte alla riduzione e alla prevenzione dei rifiuti nella Regione Autonoma Valle d’Aosta
Sulla base di questi presupposti normativi e in coerenza con le linee strategiche di politica ambientale delineate a livello europeo e nazionale, la Regione Autonoma Valle d’Aosta ha definito uno specifico Programma triennale, che ha recepito gli indirizzi stabiliti dal Consiglio Regionale (DCR n. 1117/XIII del 24- 25/03/2010).
Per lo svolgimento del Programma la Regione si avvale del supporto di un Raggruppamento Temporaneo di Imprese, scelto attraverso una procedura di evidenza pubblica (gara europea di appalto di servizi), costituito dalle società ERICA soc. coop, Achab Piemonte s.r.l. e Corintea soc. coop.
Le azioni del Programma triennale toccano tutti i diversi aspetti connessi alla riduzione dei rifiuti, in particolare di quelli urbani, e sono rivolti a una molteplicità di soggetti facenti parte del tessuto economico e sociale del territorio regionale.
L’occasione di poter contare su un programma triennale incentrato sulla prevenzione dei rifiuti e sulle raccolte differenziate di qualità, come quello previsto dalla Regione Valle d’Aosta, è quanto mai importante per provare a strutturare un percorso di riflessione col territorio sulla tematica della gestione integrata dei rifiuti con particolare riferimento ai primi 2 punti della gerarchia dei criteri di gestione dei rifiuti, a cui si è ampiamente accennato.
ESEMPI DI MISURE DI PREVENZIONE DEI RIFIUTI (ALLEGATO IV DIRETTIVA 2008/98/CE)
Misure che possono incidere sulle condizioni generali relative alla produzione di rifiuti:
1. Ricorso a misure di pianificazione o ad altri strumenti economici che promuovono l'uso efficiente delle risorse.
2. Promozione di attività di ricerca e sviluppo finalizzate a realizzare prodotti e tecnologie più puliti e capaci di generare meno rifiuti; diffusione e utilizzo dei risultati di tali attività.
3. Elaborazione di indicatori efficaci e significativi delle pressioni ambientali associate alla produzione di rifiuti volti a contribuire alla prevenzione della produzione di rifiuti a tutti i livelli, dalla comparazione di prodotti a livello comunitario attraverso interventi delle autorità locali fino a misure nazionali.
Misure che possono incidere sulla fase di progettazione e produzione e di distribuzione:
4. Promozione della progettazione ecologica (cioè l’integrazione sistematica degli aspetti ambientali nella progettazione del prodotto al fine di migliorarne le prestazioni ambientali nel corso dell’intero ciclo di vita).
5. Diffusione di informazioni sulle tecniche di prevenzione dei rifiuti al fine di agevolare l’applicazione delle migliori tecniche disponibili da parte dell’industria.
6. Organizzazione di attività di formazione delle autorità competenti per quanto riguarda l’integrazione delle prescrizioni in materia di prevenzione dei rifiuti nelle autorizzazioni rilasciate a norma della presente direttiva e della direttiva 96/61/CE.
7. Introduzione di misure per prevenire la produzione di rifiuti negli impianti non soggetti alla direttiva 96/61/CE. Tali misure potrebbero eventualmente comprendere valutazioni o piani di prevenzione dei rifiuti.
8. Campagne di sensibilizzazione o interventi per sostenere le imprese a livello finanziario, decisionale o in altro modo. Tali misure possono essere particolarmente efficaci se sono destinate specificamente (e adattate) alle piccole e medie imprese e se operano attraverso reti di imprese già costituite.
9. Ricorso ad accordi volontari, a panel di consumatori e produttori o a negoziati settoriali per incoraggiare le imprese o i settori industriali interessati a predisporre i propri piani o obiettivi di prevenzione dei rifiuti o a modificare prodotti o imballaggi che generano troppi rifiuti.
10. Promozione di sistemi di gestione ambientale affidabili, come l'EMAS e la norma ISO 14001.
Misure che possono incidere sulla fase del consumo e dell’utilizzo:
11. Ricorso a strumenti economici, ad esempio incentivi per l’acquisto di beni e servizi meno inquinanti o imposizione ai consumatori di un pagamento obbligatorio per un determinato articolo o elemento dell’imballaggio che altrimenti sarebbe fornito gratuitamente.
12. Campagne di sensibilizzazione e diffusione di informazioni destinate al pubblico in generale o a specifiche categorie di consumatori.
13. Promozione di marchi di qualità ecologica affidabili.
14. Accordi con l’industria, ricorrendo ad esempio a gruppi di studio sui prodotti come quelli costituiti nell’ambito delle politiche integrate di prodotto, o accordi con i rivenditori per garantire la disponibilità di informazioni sulla prevenzione dei rifiuti e di prodotti a minor impatto ambientale.
15. Nell’ambito degli appalti pubblici e privati, integrazione dei criteri ambientali e di prevenzione dei rifiuti nei bandi di gara e nei contratti, coerentemente con quanto indicato nel manuale sugli appalti pubblici ecocompatibili pubblicato dalla Commissione il 29 ottobre 2004.
16. Promozione del riutilizzo e/o della riparazione di determinati prodotti scartati, o loro componenti in particolare attraverso misure educative, economiche, logistiche o altro, ad esempio il sostegno o la creazione di centri e reti accreditati di riparazione/riutilizzo, specialmente in regioni densamente popolate.
Partner - portatori d’interesse
Il programma triennale vede coinvolti, a seconda dell’azione specifica, i seguenti attori, in qualità di soggetti beneficiari, partner progettuali o portatori d’interesse:
• la cittadinanza: cittadini e famiglie residenti in Valle d’Aosta, ma anche possessori di seconde case e turisti;
• le utenze non domestiche;
• la Regione: amministratori e personale tecnico e suoi organi o Enti strumentali (ARPA Valle d’Aosta, Osservatorio regionale dei rifiuti, ecc.);
• Comuni e Comunità Montane (Sub-ATO) e loro Enti strumentali (SUEL ecc.);
• Enti Parco;
• Aziende pubbliche e Aziende a partecipazione pubblica prevalente (es. AUSL, Camera di Commercio, Celva, Università della Valle d’Aosta, FinAosta S.p.A., Bacino Imbrifero Montano, Raccordo Autostradale Valle d’Aosta S.p.A., Gruppi di Azione Locale ecc.);
• Media regionali;
• Mondo scolastico: dirigenti, insegnanti, genitori e alunni delle scuole dei diversi ordini, personale ausiliario, tecnico e addetti mense; Associazioni locali;
• GDO, Piccolo commercio e artigiani riparatori, associazioni dei consumatori Associazioni di categoria dei commercianti; degli artigiani, degli industriali;
• ASL;
• ADAVA e comparto turistico in generale (struttura ricettive, agenzie del territorio, rifugi alpini, agriturismi, B&B, ecc.);
• Pro Loco regionali;
• Organizzazioni Professionali Agricole; Operatori agricoli e loro cooperative.
Obiettivi e risultati attesi
Gli obiettivi del Programma sono quelli fissati dal Consiglio regionale, dalle normative e dal Piano regionale dei rifiuti e possono essere così riassunti:
• prevenire e ridurre al minimo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti per la salute e l’ambiente nel corso dell’intero ciclo di vita delle risorse;
• preservare le risorse naturali: ridurre gli impatti complessivi e migliorare l’efficacia dell’uso delle risorse, a tutela della salute e dell’ambiente;
• promuovere azioni che prevedano gerarchicamente:
1. prevenzione;
2. preparazione per il riutilizzo;
3. riciclaggio;
4. recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
5. smaltimento;
• realizzare iniziative di informazione e sensibilizzazione degli utenti, domestici e non, finalizzata alla piena conoscenza degli obiettivi regionali in materia di gestione dei rifiuti urbani, in particolare a riguardo della prevenzione e minimizzazione dei rifiuti;
• promuovere e realizzare iniziative per la riduzione alla fonte della produzione dei rifiuti;
• ridurre la quantità dei rifiuti suscettibili di reimpiego e riuso diretto;
• adottare iniziative volte alla riduzione dei rifiuti domestici, a cominciare dalla frazione organica;
• prevenire della produzione di imballaggio primario, secondario e terziario;
• adottare iniziative volte agli acquisti eco-compatibili e al GPP (Green Public Procurement);
• attivare tavoli di lavoro finalizzati alla stipula degli accordi volontari per contribuire alla diminuzione della:
1. produzione di rifiuti provenienti dalla grande distribuzione;
2. produzione dei rifiuti nel circuito della ristorazione collettiva (mense);
3. produzione di rifiuti elettrici e elettronici;
• promuovere e incentivare protocolli di concertazione di riduzione dei rifiuti nell’industria turistica e alberghiera;
• promuovere nell’ambito delle feste e sagre paesane la riduzione dei rifiuti;
• promuovere e proseguire gli accordi in essere con ADAVA, ASCOM, Coldiretti, tesi alla sensibilizzazione per la prevenzione e riduzione dei rifiuti;
• contatti, in diversi contesti (convegni, eventi a tema ecc.), con le migliori pratiche di riduzione dei rifiuti nazionali ed estere.
Il Programma intende avviare un percorso continuativo che duri oltre la durata del progetto e consenta di porre le basi per arrivare alla definizione di un Piano Regionale di Prevenzione dei Rifiuti, ai sensi dell’articolo 29 della direttiva europea, la cui predisposizione e adozione è prevista entro dicembre 2013.
Per questi motivi, agli obiettivi sopra esposti vanno aggiunti i seguenti:
• creare basi concrete per far sì che la Regione possa dotarsi di un piano esecutivo di prevenzione e riduzione;
• definire obiettivi puntuali, parametri ed indicatori misurabili per valutare e monitorare la prevenzione e riduzione dei rifiuti.
Le Azioni del Programma Triennale
Misure per la pubblica amministrazione
1. GPP – (green public procurement) acquisiti verdi;
2. altre misure per la pubblica amministrazione.
Campagne di comunicazione verso la cittadinanza
1. compostaggio domestico;
2. raccolta differenziata;
3. riduzione dei rifiuti: imballaggi.
Accordi con gli Enti sul territorio - coordinamento e promozione accordi volontari con:
1. la grande distribuzione organizzata (GDO);
2. il commercio al dettaglio e le associazioni degli artigiani (recupero);
3. i Comuni e i soggetti privati per azioni di riduzione dei rifiuti nella ristorazione collettiva;
4. soggetti vari, per il recupero e riciclo toner e RAEE;
5. ADAVA per progetti di “tourisme durable”;
6. le pro-loco o le associazioni regionali per la prosecuzione del progetto “ecolo-fêtes”;
7. le organizzazioni professionali agricole.
Manifestazioni di grande richiamo
Completano e arricchiscono le campagne di comunicazione annuali, riprendendone il tema centrale che si vuole portare all’attenzione della cittadinanza di anno in anno:
1. giornata regionale del compostaggio domestico;
2. una partita per l’ambiente – fai una buona raccolta differenziata;
3. gran gala di chiusura del progetto.
Convegni - giornate di studi - workshop
Organizzazione di giornate convegnistiche dedicate a tematiche specifiche, di diverse tipologie:
1. Convegni di carattere generale, dalla durata di una giornata intera;
2. Convegni-giornate di studio;
3. Convegni tematici all’interno del Piano Triennale;
4. Convegni tematici e workshop a supporto dei percorsi per la creazione e promozione di accordi.
Produzioni audiovisive
Tutti gli eventi e le attività vedranno la produzione di prodotti multimediali, con anche la distribuzione di video didattici alla cittadinanza.
Iniziative di riduzione per le scuole
Le scuole saranno coinvolte nelle campagne generali e come protagoniste in progetti specifici.
Settimana europea per la riduzione dei rifiuti
Organizzazione di 3 edizioni (2011- 2012-2013) con eventi di piazza, campagne di sensibilizzazione verso la cittadinanza.
Ulteriori informazioni sul programma e sulle attività via via svolte, oltre che da altri articoli presenti su questo numero di Environnement, si potranno avere consultando il sito Internet della Regione, nella sezione Territorio e Ambiente - Rifiuti - Programma riduzione rifiuti 2011/2013.