Descrizione

Adaptation to Climate Change in the Alpine Space - AdaptAlp

Settembre 2008 – Agosto 2011

€ 2.870 .635,00

 

Partner: Bavarian State Ministry of the Environment and Public Health - Unit for Climate Change Protection; Bavarian Environment Agency - Geological Survey, Economic Geology, Soil Protection; Federal Institute of Hydrology, Water Balance, Forecasting and Prediction; Federal Ministry of Agriculture, Forestry, Environment and Water Management; Autonomous Province of Bolzano – South Tyrol, Department of Hydraulic Engineering – Italy; Ministry for the Environment, Land and Sea – DG SEC; Geological Survey of Slovenia (GeoZS); CIPRA – Deutsche Vertretung der int. Alpenschutzkonvention; Regional Government of Carinthia, Water Management; Office of Government of Tyrol, Department of Water Economy; Piemonte Regional Agency for Environmental Protection, Regional Centre for Territorial and Geological Research (ARPA); Aosta Valley Autonomous Region – Regional Administrations Committee for Public Works, Soil Protection and Public House Building – Department for Soil Protection and Water Resources; Grenoble Institute of Research and Study for Prevention of Natural Hazards (PGRN); Agricultural and Environmental Engineering Research Institute, Hydrology and Hydraulics Research Unit; EURAC Research; Federal Office for Environment (BAFU).

 

Le variazioni climatiche hanno un notevole impatto sull’equilibrio idrico nelle Alpi. Nelle diverse regioni alpine la tipologia delle precipitazioni - cioè la distribuzione delle piogge nell’arco di un intero anno – sta cambiando. I casi di eventi meteorologici particolarmente intensi, come tempeste o lunghi periodi di tempo secco, sono in aumento: pertanto le misure di protezione verso potenziali piene fluviali devono tener conto di questi cambiamenti. Tuttavia sono ancora pochi i dati empirici disponibili per lunghi periodi di tempo, relativi alla portata, specialmente dei piccoli corsi d’acqua o dei torrenti.  
Le variazioni climatiche hanno un notevole impatto sull’equilibrio idrico nelle Alpi. Nelle diverse regioni alpine la tipologia delle precipitazioni - cioè la distribuzione delle piogge nell’arco di un intero anno – sta cambiando. I casi di eventi meteorologici particolarmente intensi, come tempeste o lunghi periodi di tempo secco, sono in aumento: pertanto le misure di protezione verso potenziali piene fluviali devono tener conto di questi cambiamenti. Tuttavia sono ancora pochi i dati empirici disponibili per lunghi periodi di tempo, relativi alla portata, specialmente dei piccoli corsi d’acqua o dei torrenti.  
Attraverso una stretta collaborazione fra scienziati e professionisti di Paesi limitrofi, i dati già esistenti per l‘intera regione alpina saranno raccolti, armonizzati e analizzati. Allo stesso tempo verranno sperimentati nuovi approcci per una valutazione delle conseguenze dei mutamenti climatici sulle risorse idriche. Le conoscenze acquisite nel corso di questo processo saranno integrate nella pianificazione delle misure di protezione.
I nuovi metodi devono essere saggiati nelle aree di captazione delle acque dei fiumi Inn, Soca e dell’alto Reno. Inoltre, allo scopo di coprire la maggior parte dei rischi legati al ciclo dell’acqua, a queste aree verranno applicati modelli che simulano l’erosione del suolo.
 
Le “zone a rischio” sono determinate aree esposte a pericoli naturali quali valanghe, frane o inondazioni. Individuare queste zone è un aspetto importante della pianificazione territoriale. AdaptAlp intende valutare, armonizzare e migliorare i differenti metodi, applicati alle aree alpine, di pianificazione delle zone a rischio. Particolare attenzione sarà dedicata al confronto tra i metodi impiegati in ciascun Paese per la mappatura geologica e dei rischi legati all’acqua. Un glossario faciliterà la cooperazione interdisciplinare e fra soggetti di diversa madrelingua, così come l’armonizzazione dei differenti metodi. In diverse regioni campione verranno applicati modelli per adattare l’analisi del rischio all’impatto dei cambiamenti climatici atteso sull’ambiente, al fine di sostenere uno sviluppo della pianificazione delle zone a rischio che integri una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici. I risultati sono stati riassunti in un rapporto finale.
 



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