Diffusione
All’inizio del XX secolo l’insetto è stato accidentalmente introdotto in Nord America (Stati Uniti e Canada) e negli anni ’70 nell’isola di Terceira nell’arcipelago delle Azzorre (Portogallo). Nell’estate del 2014, P. japonica è stato segnalato per la prima volta nell’Europa continentale, tra Piemonte e Lombardia, in una vasta area del Parco del Ticino. Dal 2017 il coleottero giapponese si è insediato in Svizzera (Canton Ticino).
Riconoscimento della specie
Gli adulti, di dimensioni variabili tra gli 8 e 11 mm di lunghezza e 5 e 7 mm di larghezza, hanno il torace color verde metallizzato brillante e le elitre (ali sclerificate) color bronzo ramato che non arrivano a coprire completamente il corpo. L’insetto è caratterizzato dalla presenza di ciuffi bianchi (5 ad ogni lato delle elitre e 2 nella parte terminale dell’addome) che consentono di distinguerlo da altri coleotteri simili presenti anche in Valle d’Aosta, quali ad esempio Phyllopertha horticola noto localmente come hanneton horticole.
Le larve, melolontoidi, dalla tipica forma a C, hanno dimensioni che vanno da 1,5 mm fino a circa 32 mm a maturità, sono di color grigio chiaro con addome più scuro per la trasparenza che lascia intravvedere terra e radici ingerite.
Piante ospiti
Gli adulti di P. japonica si nutrono di foglie, fiori e frutti di più di 300 specie vegetali comprendenti alberi da frutto, essenze forestali, colture in pieno campo, ortive, piante ornamentali e piante spontanee.
Di seguito sono elencate le piante più appetite dagli adulti dalla specie nell’areale italiano di diffusione del coleottero giapponese:
-
piante selvatiche: enotera, ortica, rovo, salcerella, luppolo, convolvolo, Reynoutria japonica
-
arboree/arbustive: olmo, salicone, biancospino, nocciolo, ontano, gelso.
-
piante da frutto: ciliegio, nettarine, albicocco, susino, melo, cotogno, kaki, actinidia, piccoli frutti, nocciolo, vite.
-
pieno campo: soia, mais
-
piante ortive: melanzana, basilico, fagiolino, asparago
-
piante ornamentali: rosa, altea, ibisco, glicine, tiglio, betulla, vite canadese.
Le larve si sviluppano nel terreno a spese delle radici preferibilmente di graminacee, dove possono provocare ingenti danni a prati, campi sportivi e tappeti erbosi.
Ciclo biologico e danni
Nei nostri areali P. japonica presenta una sola generazione all’anno. Sverna come larva di terza età approfondendosi nel terreno per sfuggire alle basse temperature; gli adulti sfarfallano a partire da giugno e possono essere presenti fino a settembre con un picco di attività a metà luglio. In estate le femmine depongono le uova direttamente nel terreno, singolarmente o in piccoli gruppi; talvolta scavano una piccola galleria nei primi 10 cm di suolo per depositare le uova.
Gli adulti provocano danni a carico soprattutto delle foglie. Essi agiscono in modo gregario iniziando a nutrirsi generalmente dalla cima. Quando la densità della popolazione dell’insetto è elevata, le foglie risultano scheletrizzate con la sola venatura centrale ancora integra, mentre fiori e frutti vengono completamente distrutti.
Le larve causano danni alle radici. I sintomi sono aspecifici; nel caso di tappeti erbosi infestati questi includono diradamento, ingiallimento ed avvizzimento, con la comparsa di macchie di erba rinsecchita verso fine estate o all’inizio dell’autunno. Nel caso di gravi infestazioni l’intero manto erboso può andare incontro a morte. Nei prati con alti livelli di infestazione di larve di P. japonica il cotico erboso può risultare danneggiato anche dalla movimentazione del terreno operata dai predatori delle larve, come ad es: uccelli, cinghiali, talpe.
Modalità di diffusione dell’insetto
Sulle lunghe distanze (anche da un continente all’altro) gli adulti possono spostarsi su prodotti agricoli e imballaggi trasportati da navi e aerei. Le larve possono essere diffuse attraverso il commercio di piante ornamentali con pane di terra o nei tappeti erbosi venduti in rotoli o zolle.
La specie può essere trasportata passivamente anche dentro mezzi di trasporto su ruota (automobili tir, ecc.). Partendo da zone infestate verso zone indenni è, infatti, buona norma controllare che gli insetti non siano penetrati nell’abitacolo prima di ogni spostamento.
Per quanto riguarda la diffusione dovuta al volo, P. japonica ha una buona capacità di spostamento. Gli adulti possono percorrere fino a 8 km, ma la maggior parte di essi copre distanze relativamente brevi. La maggiore attività di volo è segnalata nelle giornate limpide con una temperatura compresa tra 29°C e 35°C.
Espansione della specie in Italia
Dall’esperienza acquisita a seguito del suo primo ritrovamento nel parco del Ticino, la velocità di espansione intorno alla zona di primo ritrovamento è stata di circa 10 km all’anno, più bassa rispetto al potenziale ecologico dell’insetto in quanto le misure fitosanitarie messe in atto dai servizi fitosanitari regionali coinvolti hanno consentito di contenerne la diffusione in nuovi areali. A tutt’oggi la specie risulta presente oltre che in Piemonte (Alessandria, Asti, Biella, Novara, Torino, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli) e Lombardia (Valle del Ticino, Bergamo, Como Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza e Brianza, Pavia, Varese), anche in 8 comuni della Valle d’Aosta e in alcuni comuni della provincia di Piacenza. Risultano inoltre tre intercettazioni (presumibilmente per incursione) in Friuli Venezia Giulia, in Sardegna ed in Toscana.
Attività di sorveglianza e ritrovamenti in Valle d’Aosta
A partire dal 2016, il servizio fitosanitario della Valle d’Aosta ha attivato la sorveglianza territoriale al fine di verificare l’arrivo del coleottero asiatico nel territorio di competenza, attraverso l’impiego di trappole (Funnel trap) attivate con doppio attrattivo sessuale e floreale.
Nel corso degli anni 2016-2017-2018 e 2019 le trappole non hanno catturato individui della specie.
Il primo ritrovamento a livello regionale è avvenuto nell’agosto del 2020 in un parcheggio di Cervinia (Comune di Valtournenche). Si trattava di un individuo (maschio), giunto presumibilmente sul posto come “autostoppista”. Considerata la quota assai elevata del luogo (2000 m s.l.m.) si è esclusa la possibilità di un insediamento del coleottero giapponese, confermata dall’assenza di successive catture in trappola.
Nello stesso anno, il focolaio del Nord Italia si è espanso fino alla provincia di Biella, assai prossima alla Valle d’Aosta, per tale ragione, in 7 comuni valdostani situati a meno di 15 km da tale area, è stata istituita, con Provvedimento dirigenziale (PD) n. 4973 del 30/9/2020, una zona cuscinetto sottoposta alle misure fitosanitarie stabilite dal decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del 22 gennaio 2018.
Nell’agosto del 2021 si è verificato il ritrovamento di un individuo (maschio) in una trappola ubicata presso l’autoporto di Pollein, situato a 45 km dal confine della zona cuscinetto valdostana istituita nello stesso anno. Dopo aver incrementato sul territorio comunale il numero delle trappole (che non hanno più catturato) ed effettuato controlli visivi (che hanno dato esito negativo), si è stabilito che, come nell’anno precedente, si era trattato di un ritrovamento accidentale dovuto a trasporto passivo.
Nello stesso anno, con l’avvicinamento al confine valdostano della zona infestata piemontese, la zona cuscinetto ubicata nel territorio valdostano è stata estesa, con PD n. 6557 dell’8/11/2021, ad altri 8 comuni della bassa Valle (quella più prossima al Piemonte), per un totale di 13 comuni interessati dalle misure fitosanitarie.
Nel 2022, a partire dalla metà di luglio, si sono avute ripetute catture in trappole ubicate sia nel comune di Pollein (media Valle), sia nei comuni di Verres e Montjovet (in bassa Valle a ridosso della zona cuscinetto istituita in Valle d’Aosta nel 2021). Il potenziamento delle trappole intorno al comune di Pollein ha consentito di verificare la presenza del parassita in altri 3 comuni confinanti (Saint-Christophe, Quart e Brissogne).
Al contempo, la sorveglianza con uso di trappole associate a ispezioni visive o con sole ispezioni visive (solo per la zona cuscinetto istituita nel 2021), hanno consentito di delimitare una seconda area infestata nei comuni di Donnas, Arnad, Verres e Montjovet.
Situazione ad inizio 2024
A seguito delle attività di monitoraggio realizzate nel 2023 è stata aggiornata la situazione con Provvedimento dirigenziale n. 6578/2023 e 7068/2023, costituita da 2 zone focolaio (una in media Valle nei comuni di: Brissogne, Pollein, Quart, Saint-Christophe e una zona in bassa valle nei comuni di: Donnas, Hône, Issogne, Montjovet, Pont-Saint-Martin, Verrès; più un’unica zona cuscinetto comprendente i comuni ubicati entro 15 km dalle suddette zone focolaio e ricadente nell’intero territorio comunale di: Allein, Antey-Saint-André, Aosta, Arvier, Avise, Ayas, Aymavilles, Bionaz, Brusson, Challand-Saint-Anselme, Challand-Saint-Victor, Chambave, Chamois,Champdepraz, Champorcher, Charvensod, Châtillon, Cogne, Doues, Emarèse, Etroubles, Fénis, Fontainemore, Gaby, Gignod, Gressan, Gressoney-La-Trinité, Gressoney-Saint-Jean, Introd, Issime, Jovençan, La Magdeleine, Lillianes, Nus, Ollomont, Oyace, Perloz,Pontboset, Pontey, Rhêmes Saint-Georges, Roisan, Saint-Denis, Saint-Marcel, Saint-Nicolas, Saint-Oyen, Saint-Pierre, Saint-Rhémy-en-Bosses, Saint-Vincent, Sarre, Torgnon, Valpelline, Valsavarenche, Valtournenche, Verrayes, Villeneuve;