2022/2023 - Obiettivo castelli

 

Sette ragazzi del Corso triennale di fotografia dello IED - Istituto Europeo di Design di Torino hanno realizzato, in occasione del progetto ideato e promosso da Abbonamento Musei per la valorizzazione dei castelli valdostani, un'affascinante racconto per immagini.

Tra i 7 progetti fotografici elaborati dagli studenti è stato scelto come vincitore quello di Andrea Terlizzi. I suoi scatti hanno saputo coniugare l'aspetto storico-architettonico dei castelli con la dimensione umana del personale che lavora ogni giorno al loro interno, a contatto con il pubblico dei visitatori.

 

 

Andrea Terlizzi

Racconti d'osservazione

Racconti d’osservazioneè un progetto che vuole raccontare visivamente i 7 castelli della Valle d’Aosta facenti parte del circuito di Abbonamento Musei restituendo il punto di vista del fotografo Andrea Terlizzi.

Il dettaglio, il ritratto umano e la vista panoramica sono legati da un filo rosso immaginario che dapprima compone il trittico e successivamente collega ogni singolo castello, nel loro insieme estremamente eterogenei per scopi e periodi storici. Ma non solo: anche la coerenza stilistica, cromatica e il gioco di forme contribuiscono a guidare l’osservatore alla fruizione.

La scelta di lavorare con la figura umana, ovvero quelle delle guide e dei guardiani dei castelli, è stata presa in considerazione per la centralità del ruolo che essi ricoprono all’interno del sito museale e che spesso non viene colto: sono le persone che meglio di chiunque altro conoscono il castello, guidano i visitatori nella visita raccontando loro la storia, gli aneddoti e trasmettendo, ognuno in modo diverso, la passione per il proprio lavoro.

 

 

 

 

 

 

Samuele Chinaglia

Frammenti

Il frammento rappresenta una porzione d’immagine bruciata che racconta, attraverso una visione parziale, dettagli e suggestioni visive nascoste all’interno dei castelli. Gli spazi arsi che delimitano le immagini simboleggiano le tracce del passaggio del tempo, della scoperta - o riscoperta - dei luoghi e delle storie che portano con essi.

Lo scopo è stimolare lo spettatore a scoprire ciò che si nasconde al loro interno, ciò che nel frammento non si vede.

 

 

 

 

 

 

Alessandro Di Lenardo

Vedute estratte

Verso la metà del Settecento la Valle d’Aosta divenne meta di viaggi chiamati Grand Tour. I ricchi aristocratici che ne facevano parte realizzarono alcuni quadri di vedute del territorio, spesso dipingendo i castelli. Dalla visione di questi dipinti ho deciso di raccontare i castelli della Valle d’Aosta attraverso delle vedute dei castelli e del territorio alpino che li circonda. Ho scelto di creare un dittico di analisi del paesaggio. In un primo momento ho scattato immagini dei castelli da lontano, riprendendo l’idea classica di vedutismo e comprendendo il paesaggio che li circonda, per poi eliminare graficamente il soggetto centrale, cercando di modificare il paesaggio, annullando la vista dei castelli ma allo stesso tempo evidenziandone la presenza e restituendo importanza anche al paesaggio circostante.

Nella seconda parte ho deciso di inserire i castelli, precedentemente eliminati all’interno di elementi che caratterizzano il territorio. Ricreando così un nuovo paesaggio irreale.

Ogni elemento dialoga con il territorio circostante al castello, riprendendone le caratteristiche o le storie dei castelli.

 

 

 

 

 

 

Gian Marco Geraci

Superfetazioni della materia

Questo progetto vuole raccontare i castelli valdostani attraverso un’interessante peculiarità fisica di questi che mi è saltata all’occhio, ovvero la stratificazione temporale dei cambiamenti passati che ne sanciscono lo scorrere del tempo in una linea che risulta imprecisa, disordinata e proprio per questo affascinante.

I castelli, nel corso dei decenni, sono stati soggetti a vari mutamenti e sconvolgimenti: deterioramento, ristrutturazione o addirittura superfetazioni volute dai loro proprietari, creando così di volta in volta delle nuove versioni di quegli stessi castelli. Ognuna di queste ha avuto una certa forma, con le proprie caratteristiche e peculiarità; tuttavia a noi giunge solo la più recente, con un’impossibilità di mirare ed esplorare quelle che erano le sue versioni precedenti.

Allo stesso modo, queste pellicole sono state soggette ad un mutamento nel tempo, vittime di cambiamenti che ne hanno alterato la struttura giungendo a noi in una versione che non è più quella originale.

In entrambi i casi è impossibile riavvolgere il processo, difatti il risultato che otterremmo non sarà mai uguale alla sua origine; tuttavia, con un po’ di attenzione e studio, è possibile riconoscere i segni del tempo, distinguere i vari interventi effettuati e farsi un’immagine di quello che c’era prima lasciando alla nostra immaginazione il compito di ricostruirla.

 

 

 

 

 

 

Susanna Giacinto

Apertura

Alla base del progetto c’è la scoperta e la valorizzazione del territorio della Valle d’Aosta.

La specificità del territorio valdostano è la presenza di castelli che danno la possibilità di acquisire maggiori informazioni storiche e artistiche. Grazie ad Abbonamento Musei ho avuto la possibilità di documentare i castelli di Gressoney, Fénis, Issogne, Aymavilles, Gamba, Sarre e Verrès. Partendo dalla scoperta (in primis per me), del territorio e dei castelli sono andata a documentare in maniera personale quello che attraeva la mia attenzione e le peculiarità di ogni castello.

Importante da valutare nella mia ricerca è il fattore linee che caratterizzano ogni castello in quanto costruito in periodi, zone e per fini diversi. Attraverso feritoie, porte, finestre avviene una parziale scoperta di ciò che c’è di altro, di nascosto.

 

 

 

 

 

 

Erika Sorbello

Orietur in tenebris... lux tua

Il progetto punta a far entrare lo spettatore in un mondo mistico, fiabesco, dove non vi è più il senso del tempo presente ma si viene estratti dalla realtà. Il titolo del progetto è“Orietur in Tenebris Lux Tua” che, dal latino, si traduce in “Dalle tenebre rinascerà la tua luce”.

La frase del profeta Isaia riconduce ad anni e anni di studi artistici, in cui ci si è interrogati su quali fossero i ruoli della luce e delle ombre all’interno dell’arte. Questo concetto è presente durante tutto lo svolgimento del progetto in cui, attraverso la macchina fotografica, si sceglie di giocare con questi due elementi andando a creare un nuovo rapporto tra di essi. Le ombre, in questo progetto, non portano il classico significato negativo e oscuro, ma anzi diventano uno strumento con cui scolpire la luce, senza le quali tutto ciò che vi è di visibile non potrebbe esistere né essere percepito. La scelta di lavorare sulla luce naturale risiede anche nella consapevolezza che essa, alla nascita dei castelli, era di fondamentale importanza per ogni attività quotidiana e, anzi, spesso è stata proprio la causa di particolari allestimenti o scelte della costruzione architettonica delle stesse dimore.

L’obiettivo del progetto è creare una sensazione magica, esoterica, misteriosa, calda e accogliente.

 

 

 

 

 

 

Greta Verduci

Jeter un œil

In questo progetto, dedicato ai castelli della Valle d’Aosta, ho deciso di creare dei dittici in bianco e nero, fotografati a distanza, per immortalare al meglio la loro struttura, la loro posizione e ciò che li circonda.

I dittici, cosi composti, raffigurano da una parte il castello in tutta la sua forma e compostezza, dall’altra un particolare che non può sfuggire all’occhio del visitatore.

La scelta di lavorare in bianco e nero è stata dettata sia da una passione personale, sia da una restituzione del lavoro che potesse far risaltare al meglio l’eleganza e la forza della struttura. Ho cercato quindi di creare una sorta di “viaggio” alla scoperta del patrimonio storico della Valle d’Aosta, spesso non conosciuto o non osservato con la dovuta attenzione. Per questo ho deciso di raffigurare dei particolari, cosicché il fruitore sia interessato nel trovarli e si senta partecipe di questo viaggio.

 

 

 

 

 


 

 


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