LA GRAPPA
La produzione di grappa in Valle d’Aosta, come nelle altre zone alpine, è facilitata dal suo clima; a «monte», per la ricca e varia coltura vinicola che fornisce la materia prima, le vinacce; in secondo luogo, le temperature basse permettono un’ottimale conservazione di queste vinacce in attesa di essere distillate... Ricordiamo inoltre che, essendo autorizzata in Valle d’Aosta la distillazione per uso famigliare, è diffusa l’organizzazione dei vari vegneron che si sono muniti di alambicchi ad uso comune. Alla tradizione famigliare si aggiunge oggi anche la produzione commerciale, che ha permesso l’ampliamento della gamma pur continuando a rispettare i metodi d’antan che conferiscono al distillato un sapore e una genuinità unici nel genere.
La distillazione migliore avviene lentamente, delicatamente: il vapore attraversa la massa spugnosa delle vinacce per estrarne la parte più volatile e trasmettere al vapore le proprie sostanze aromatiche. Per la produzione di grappa in Valle d’Aosta sono utilizzati solo alambicchi discontinui che sono classificati in tre categorie a seconda del tipo di contatto con il calore:
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fuoco diretto, il metodo più antico e tradizionale, nonché il più diffuso. Si tratta anche del metodo più delicato, in quanto la caldaia è posta direttamente su una fornace (in genere a legna o a gas);
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bagnomaria: la caldaia ha un’intercapedine dove viene immessa acqua o vapore;
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vapore: questi alambicchi sono costituiti da una serie di caldaiette di piccole dimensioni e il vapore immesso è prodotto da una centrale indipendente.
La grappa è ottima dopo un buon pasto, a temperatura ambiente oppure calda; spesso viene aggiunta al caffè ed è utilizzata come ingrediente nella preparazione del caffè alla valdostana. Un ottimo abbinamento per i più golosi è quello con il cioccolato fondente.
RATAFIA'
Rosso scuro, profumato: dalle ciliegie si può ottenere un liquore delizioso, che porta tutta la dolcezza della sua materia prima! Il ratafià si ottiene dall’infusione prolungata di ciliegie selvatiche e amarene nell’acquavite, a cui si aggiunge scorza di limone e zucchero.
Esistono tanti tipi di ratafià, di cotogne, di albicocche, di rose, ma la versione più diffusa e conosciuta ha come principale materia prima le ciliegie o le amarene. L’origine del suo nome è alquanto controversa: si sa però che questa bevanda era conosciuta ed apprezzata nell’Ottocento. Erano soprattutto le donne a preparare il ratafià, e forse proprio per questo è considerato un liquore da donne, visto il suo sapore dolce e delicato.