Episodio 3

 

C’ERA UNA VOLTA GRANDEPIETRA

Nozze a GrandePietra. Sfilata di stele.


 

 

 


 

 

«Oh MEGALISE! Sei splendida! Questo giallo zafferano ti sta benissimo… ti illumina!».

MEGALIE era emozionata per le nozze della figlia. Il mese era trascorso velocemente (forse troppo!) tra preparativi, acquisti e inviti!«Oh mamma, sono così indecisa… Tunica di lino e sottotunica di canapa? Giallo o verde bosco? E lo scialle? Il velo? Uffa, è così difficile scegliere…! Per non parlare delle cinture, dei gioielli… voglio essere speciale per GRANSAX, ma…» e scoppiava in un pianto dirotto.«Tranquilla, figlia mia», cercava di rassicurarla MEGALIE, «ti capisco perfettamente, sai? Ci son passata anch’io! Ma vedrai che il cuore ti guiderà verso la scelta giusta e troverai l’abito più adatto a te! Non farti travolgere dall’ansia…».

 

Improvvisamente MEGALIÒ entrò nella stanza come una slavina. «Insomma!! Possibile che le sarte e i tessitori non abbiano ancora confezionato quanto ho richiesto? Il matrimonio è tra 2 giorni e io esigo i miei nuovi abiti in anticipo! Non voglio sorprese!» tuonava verso il povero intendente ammutolito. «Qui c’è qualcuno ancora più nervoso di te, MEGALISE», sussurrò MEGALIE ridacchiando.

 

Quel mese era stato tutto un “via vai” di merci e manufatti. I GrandePietra, con la fissa dell’“ultima moda” non avevano badato a spese; quelle avrebbero dovuto essere le “nozze dell’anno” e tutti ne avrebbero dovuto parlare per mesi!

 

La canapa più morbida e il lino più fine per le vesti; e una rete quasi impalpabile, sempre di lino, sarebbe stata il prezioso velo della sposa.

Ma fondamentali gli accessori; in particolare cinture e scialli, realizzati con la lana o persino con le fibre di ortica, tinti come gli abiti: di rosso, di nero, oppure nei toni della terra, dell’ocra, o ancora in diverse sfumature di verde o di sgargiante giallo zafferano. E potevano anche essere di pelle, decorata con borchie metalliche o con applicazioni di osso o, più ricercate, di conchiglia.

 

E mentre MEGALISE si tormentava per il suo abito, GRANSAX non era certo più tranquillo! Anche per i GranLastra l’abito era fondamentale e in un’occasione come quella, cui oltretutto avrebbero partecipato anche nobili invitati, provenienti da terre lontane, il look doveva essere curato nei minimi dettagli! Lui, un principe di GranLastra, avrebbe dovuto esibire tutti gli ornamenti e le armi simbolo del suo stato sociale. Innanzitutto un pugnale di pietra accuratamente scheggiata, appeso in vita ad un’importante cintura guarnita da pendagli a mezzaluna, d’osso lavorato e di conchiglia; un arco di legno di tasso, di pregevole fattura, da portare bene in vista sul petto, una piccola accetta di rame inserita in una elaborata immanicatura. Il tutto reso ancor più appariscente da un collare di finissime perline portato su una veste lunga e una tunica al ginocchio, decorate a losanghe e scacchi; infine, un ampio mantello di morbide pellicce, anch’esso lavorato a scacchiera grazie a una sapiente composizione di diversi colori accostati. Un risultato finale che avrebbe lasciato tutti …“di sasso!”.

E continuavano ad arrivare doni dalle terre più diverse. Persino dal Grande ovest giunse a MEGALISE un meraviglioso scialle con frange: «Caspita! Non ho mai visto nulla di simile! È straordinario ma… non capisco… di che materiale sono queste lunghe frange brillanti», chiese MEGALISE al capo tessitore. «Sono capelli umani, mia signora!». Incredibile!

 

Dalle montagne del Grande Lago a est, territorio dei potenti RoccaGarda, erano giunti dei magnifici gioielli: collane di grani di marmo bianchissimo, con cui rivestire di pura luce collo e petto, pendagli a spirale di rame, da far scendere ai lati del volto illuminandolo di bagliori rosati. MEGALIE andò in visibilio!

 

Giunse così il grande giorno. La vasta piana accanto al fiume era stata allestita per le nozze: ovunque un trionfo di fiori e colori. Schiere di armati con le armi scintillanti presidiavano l’area. Su una tribuna rialzata il grande sciamano negli sgargianti abiti delle cerimonie importanti attendeva l’arrivo del grande capo MEGALIÒ e di sua figlia.

 

Tra gli ospiti era ammiratissimo il capo dei CappelliLunati, la cui importanza era sottolineata da un lungo pugnale di rame con manico a mezzaluna, accompagnato dalla moglie, la bellissima LUNADIPIETRA, la cui eleganza era quasi leggendaria. L’incarnato chiaro, il lungo collo evidenziato da numerosi giri di collari, l’acconciatura a caschetto e i suoi monili suscitavano sempre plauso e stupore.

 

Ed ecco infine, in un’atmosfera sospesa, comparire all’orizzonte MEGALISE e suo padre.

GRANSAX ebbe un sussulto al cuore: era bellissima!

 

Una sottile rete dai riflessi argentei le tratteneva i capelli scendendo fino alle spalle. La lunga veste di canapa tinta di verde le sfiorava le caviglie; su di essa, una raffinata tunica di lino giallo zafferano, con disegni a triangoli rossi e viola, le accendeva il viso già raggiante di gioia. Una preziosa cintura di lana finissima, decorata da cilindretti di rame e osso, le stringeva la vita, mentre sulle spalle era drappeggiato un ampio scialle, di lana color verde bosco, reso scintillante da piccoli triangoli di rame.

Al collo indossava una magnifica collana multifilo di cilindretti di rame, con al centro un prezioso pendaglio di antica valva di conchiglia dalle iridescenze madreperlacee.«Ecco la mia meravigliosa principessa», le sussurrò GRANSAX con gli occhi lucidi.

Quel matrimonio, e il consolidamento dell’alleanza politica che ne sarebbe derivato, erano destinati a farsi ricordare a lungo.

Ma…

 

«Ma che fantastica cerimonia! E che invitati prestigiosi… Complimenti MEGALIÒ! Però... è davvero imbarazzante che tu ti sia dimenticato di noi… caro cugino GrandePietra!». Una voce stridula invase improvvisamente la sala del banchetto! All’ingresso comparve lei!

 

«TINA!».

Esclamò sconcertato MEGALIÒ nel silenzio generale. «Cosa fai qui? Non sei la benvenuta!». «Ma davvero?», sogghignò la donna, in abito a scure righe orizzontali e con un lungo bastone, «che dispiacere, cugino… continui a ignorare il popolo dei PietraPiatta, eh?! Continui a offendere antichi legami di sangue!». «TINA, voi per primi non avete rispettato i legami famigliari! Da decenni, ormai, intralciate i nostri commerci verso la grande pianura!».«Come osi? Tu che ti fai forte delle tue montagne e del controllo dei valichi senza averci mai coinvolto nei patti e nelle alleanze! Noi, i PietraPiatta, i tuoi diretti confinanti verso sud… Ah, ma anche per voi GrandePietra il destino cambierà! Anche voi sarete appiattiti prima o poi! Piatti e stesi, azzoppati e rovesciati, anche gli orgogliosi GrandePietra verranno dimenticati!».

E con un’agghiacciante risata, la vecchia TINA se ne andò in una nube di polvere.

 

Tutti ammutolirono.«Vecchia pazza! Vaneggia! Non date peso alle sue ingannevoli parole!», cercò di rassicurare tutti MEGALIÒ.

Incrociando, però, lo sguardo preoccupato di MEGALIE, le disse all’orecchio: «Presto mi recherò sull’Alta Montagna dell’ovest: devo chiedere consiglio al vecchio saggio del Grande Ghiacciaio, BERIO».

Quindi, riportata la calma, si rivolse agli ospiti: «Coraggio! Non preoccupatevi! Brindiamo agli sposi e festeggiamo!».

 

 

Tina di PietraPiatta vista da Costanza, 3 anni e mezzo Tina di PietraPiatta vista da Costanza, 3 anni e mezzo




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