Si respirava un’aria davvero pesante a GrandePietra. MEGALIÒ era molto preoccupato e nervoso; l’ansia per l’ormai inevitabile scontro con i GranRoccia e i PietraPiatta gli aveva tolto appetito e sonno. Mai avrebbe voluto mettere a repentaglio la vita del suo popolo; mai avrebbe voluto chiamare alle armi tutti gli uomini abili facendo piombare nell’angoscia intere famiglie, donne, bambini…
«Capo! Il contingente inviato da GranLastraè in arrivo. Lo guidano GROSPIERRE e GRANSAX!»: il vocione di MEGALITO destò improvvisamente MEGALIÒ dai suoi oscuri pensieri.
«Ottimo! I GranLastra sono il nostro alleato più importante e sono preziosi in simili frangenti!», sentenziò pensando, in cuor suo, allo stato d’animo di sua figlia MEGALISE…
Uscì, in cerca di un attimo di calma e di “aria”. Raggiunse l’altura dove era solito salire con l’amata MEGALIE per guardare le stelle e, da lassù, contemplò l’immenso spettacolo delle sue montagne e della piana solcata dal fiume. Il suo sguardo abbracciava quell’amato paesaggio: oltre le strade, oltre i villaggi, oltre i pascoli e i boschi, MEGALIÒ si soffermò sulle zone dove andavano moltiplicandosi i carri, i bagagli e tutto il necessario per questa pericolosa ed impegnativa missione.
Alzò gli occhi al cielo. Riempì il petto possente con un lungo respiro e… una voce! «MEGALIÒ, sei un grande capo! Anche questa volta saprai prendere le decisioni più sagge. Gli dei ti sono accanto!». MEGALIÒ si voltò: la lunga sagoma di LYTHIA, grande sacerdotessa di GrandePietra, si stagliava al limitare del bosco. «LYTHIA! Sai che molta della mia ansia è causata da lei, da TINA…è imprevedibile! È incontrollabile! La temo e lei, purtroppo, lo sa!».
LYTHIA, quasi fluttuando sull’erba, senza alcun rumore, gli si avvicinò: «Lo so, MEGALIÒ! E apprezzo molto che tu abbia capito che i Grandi Spiriti con cui io comunico, non devono essere disturbati per tali questioni. TINA è diversa… lei dialoga con le Ombre e con le forze oscure. Io posso solo ribadirti che i grandi dei saranno al tuo fianco. Solo un consiglio: non avere paura dello straniero! Ascoltalo!».
«Lo straniero? Ma…chi…?!»; LYTHIA, però, era già scomparsa.
MEGALIÒ riguadagnò il fondovalle meditando su quanto gli era stato detto. Aveva in mente di convocare GIUSTAPIETRA e MEGALITO per rivedere ancora alcuni dettagli del viaggio con GIUSTAPIETRA quando, proprio davanti all’ingresso della sua dimora si accorse che qualcuno lo stava aspettando.
Non era alto né massiccio, ma emanava uno strano magnetismo. MEGALIÒ si avvicinò con evidente aria interrogativa. «I miei omaggi, grande capo MEGALIÒ! Giungo da una terra molto lontana; anzi, per la verità giungo da molte terre! Non sono un mercante, ma conosco assai bene le merci e il loro valore. Non sono un guerriero, ma all’occorrenza so difendermi! Forse avrai già sentito il mio nome… io sono VADOLITHUS!».
«VADOLITHUS?!! Quel VADOLITHUS?!». MEGALITO, che silenziosamente aveva assistito all’incontro, non poté trattenersi. «Capo, in molti parlano del misterioso VADOLITHUS, ma sono assai pochi quelli che possono affermare di averlo conosciuto! È un nomade, molti dicono un mercenario, secondo altri una specie di sciamano…»
MEGALIÒ fece cenno a MEGALITO di tacere e si rivolse al nuovo e inatteso ospite. «Che tu sia il benvenuto, VADOLITHUS; i GrandePietra sono famosi per la loro ospitalità. Avrai affrontato un lungo viaggio, accomodati dunque».
Alla luce del fuoco MEGALIÒ si rese conto di quanto quel volto fosse ipnotico: occhi allungati sotto un’arcata sopraccigliare molto pronunciata. Naso fine e dritto, bocca puntiforme, quasi invisibile. Fronte alta e aperta, mani lunghe con dita affusolate. VADOLITHUS sembrava leggere nel pensiero di chiunque e preveniva ogni domanda.
«Ebbene, sì… sono in tanti a parlare di me…», esordì ridacchiando sommessamente, «il fatto è che da molti anni io viaggio, mi sposto: da quando la mia famiglia è stata distrutta, io non riesco più a trovare un luogo dove fermarmi! Nella mia terra d’origine non c’è più nessuno e io, preferisco vagare! E ovunque so come rendermi utile, senza chiedere nulla in cambio se non semplice ospitalità e… poche domande!».
E non si sa per quale segreta magia, ma mentre lo straniero parlava, tutti, ma proprio tutti, ascoltavano in silenzio…
GIUSTAPIETRA fu il primo a rompere l’imbarazzo. «E, dicci straniero, cosa ti avrebbe condotto fino qui a GrandePietra?».
«Beh, la “guerra” della pietra verde! Dal mare alle colline, dalle pianure alle vette non si parla d’altro! I GrandePietra delle alte montagne contro i GranRoccia della costa! Uno scontro da leggenda! Per non parlare dei PietraPiatta, sempre in cerca di facili guadagni e di temibili alleati…».
«C’è poco da ridere!!», irruppe MEGALIÒ infastidito, «questa non è una leggenda! Questa è una tragica e difficile realtà che ci preoccupa molto! E tu, tu? Cosa c’entri in tutto questo?».
«Calma MEGALIÒ! Ascoltami. Io posso aiutarvi e, probabilmente, riusciremo a spaventare i nemici senza arrivare allo scontro diretto! Io ho un conto aperto con GRANTESTA, il capo dei GranRoccia. Allo stesso tempo so come arginare i poteri di TINA! L’ho vista all’opera molte volte… Ho in mente una strategia, ma dovrete ascoltarmi. I GranRoccia si muovono con destrezza nei loro territori, ma si addentrano tra le montagne con notevole difficoltà e solo se scortati dai PietraPiatta… Dobbiamo attirarli su questi monti. In pratica dobbiamo “invitarli” a GrandePietra da soli! Il modo per bloccare i PietraPiatta c’è: vanno letteralmente impaludati riversando gli incantesimi di TINA su di loro…
Allora, volete ascoltarmi?».
MEGALIÒ cercò lo sguardo del fidato GIUSTAPIETRA e del prode MEGALITO. La frase di LYTHIA gli rimbombava in testa. «E sia, VADOLITHUS! Illustraci il tuo piano!».