Foto Giovanni Giuseppe Fisanotti, anni 1910, RAVA - Fondo Fisanotti. CC BY-NC-ND
Il quartiere di Saint-Martin-de-Corléans, situato alla periferia nord-occidentale di Aosta, sino ai primi decenni del secolo scorso si presentava con le caratteristiche di un sobborgo dai tratti marcatamente rurali. Le poche case erano sparse sul territorio e contornate da campi, vigneti e alberi da frutto. La zona, periferica e in leggera pendenza verso il fiume Dora, era destinata al prevalente utilizzo agricolo e non presentava nessuna infrastruttura degna di rilievo. A caratterizzarla era la chiesetta dedicata a san Martino, sorta in epoca romanica e citata nel 1176 come parrocchia Sancti Martini de Coriano. Anche il capoluogo, del resto, non aveva conosciuto un vero sviluppo urbanistico sino all’insediamento dello stabilimento elettrosiderurgico Cogne, che a partire dal primo dopoguerra cominciò a mutare l’aspetto della città con i suoi impianti e la coeva costruzione del quartiere operaio.
La crescente importanza della regione e la sua strategica posizione di confine portarono, nel 1926, alla creazione della nuova Provincia di Aosta che comprendeva anche il territorio di Ivrea. La città assunse quindi un nuovo ruolo e, nel giro di pochi anni, anche un nuovo volto con la realizzazione di tutte le strutture amministrative, finanziarie, sanitarie e scolastiche di sua competenza. La zona di Saint-Martin, anche se non centrale, venne scelta per la realizzazione dell’Istituto Provinciale per l’Assistenza Materna e Infantile, meglio conosciuto come “Maternità” (ora sede di servizi USL). L’edificio, inizialmente a due piani, fu inaugurato nel 1934 e conobbe nel tempo numerosi interventi di ampliamento e sopraelevazione. Il settore originario è quello centrale, contraddistinto da tre avancorpi dagli spigoli arrotondati in cui si aprono ampie vetrate.
La "Maternità" edificio inaugurato nel 1934
Le caratteristiche della zona non mutarono però sensibilmente sino al secondo dopoguerra, quando la notevole crescita demografica portò alla rapida espansione urbanistica della città. Vista la conformazione del territorio, l’ampliamento più importante fu possibile solo verso le direttrici a levante e ponente, con la necessità di costruire nuove strade lungo le quali costruire case e palazzi. Lo stesso corso Saint-Martin-de-Corléans venne prolungato e ne fu allargata la sede stradale. Dagli anni ’50 si diffuse e si affermò progressivamente anche ad Aosta una particolare forma di proprietà edilizia, il condominio, che d’ora in avanti avrebbe caratterizzato sia il centro cittadino che le sue periferie. Nel 1969, proprio durante gli scavi per la costruzione di uno di questi edifici nei pressi della chiesetta di Saint-Martin, vennero portati alla luce dei resti monumentali risalenti alla preistoria.
Foto Octave Bérard, 1961, RAVA - Fondo Bérard CC BY-NC-ND
Foto Ottavio Pane, anni 1960, RAVA - Fondo Pane CC BY-NC-ND
Foto Octave Bérard, 1963, RAVA - Fondo Bérard CC BY-NC-ND
Foto Octave Bérard, 1964, RAVA - Fondo Bérard CC BY-NC-ND
Foto René Willien, anni 1970, RAVA - Fondo CEFP/Willien CC BY-NC-ND
Cartolina postale, Autore non identificato, prima metà anni 1970, RAVA - Fondo Baccoli CC BY-NC-ND
Nel frattempo il quartiere, divenuto sempre più popoloso, aveva mutato aspetto e perso le sue caratteristiche agresti. Palazzi, esercizi commerciali e infrastrutture, fra le quali la scuola media “Cerlogne” (ora “Eugenia Martinet”), presero il posto di orti e giardini, e nella zona più a sud fu aperto viale Europa con un esteso agglomerato abitativo di edilizia popolare. Tra il 1971 e il 1977 venne realizzata la nuova chiesa parrocchiale dedicata al Sacro Cuore di Gesù e progettata dall’architetto Giovanni Picco. Si tratta di un’opera innovativa a struttura ascendente e impianto centrale senza aperture laterali, che nel gergo comune viene indicata come “la pagoda”. A ridosso della vecchia chiesa è invece sorta l’imponente struttura che copre la zona archeologica. Dopo decenni di ricerche, infatti, l’importanza dell’area megalitica e la necessità della sua valorizzazione hanno condotto alla realizzazione di una innovativa struttura museale, aperta al pubblico dal 2016, che preserva il sito e presenta i materiali rinvenuti nel corso degli scavi.
La scuola "Jean-Baptiste Cerlogne" (ora "Eugenia Martinet)
La nuova chiesa parrocchiale realizzata tra il 1971 e il 1977
La struttura museale dell'Area megalitica inaugurata nel 2016
La festa patronale del quartiere
In occasione della festività del patrono san Martino, la domenica più prossima alla ricorrenza che cade l’11 novembre, il quartiere è animato da una castagnata con musica e balli folkloristici e da una mostra-mercato dell’antiquariato.
La “Badoche di petchou” all'Area megalitica
Nel pomeriggio di sabato 9 novembre 2019 si è svolta la “Badoche di petchou”; una tradizione ritornata in auge in occasione dei 30 anni della sezione giovanile del gruppo folkloristico rionale “La Clicca”, che vede impegnati i giovani del quartiere nell’animazione delle vie e degli esercizi commerciali della borgata, in cambio di leccornie e prodotti del territorio.
Per l’occasione è stato invitato anche il gruppo folkloristico giovanile “La Chanson de la montagne de Nendaz”, proveniente dalla provincia di Sion (Svizzera) al fine di suggellare l’eterno legame culturale e identitario fra il quartiere di Saint-Martin-de-Corléans e la comunità del Vallese, che vede nei reperti megalitici la massima espressione.
Le visite all'area megalitica sono state condotte dagli studenti del Liceo linguistico “Édouard Bérard” di Aosta, appositamente preparati dagli archeologi della Soprintendenza regionale, nell'ambito del progetto di “Alternanza scuola-lavoro”.