Episodio 10

 

C’ERA UNA VOLTA GRANDEPIETRA

Ingoiati dalla sabbia

 

 

 

 


 

 

MEGALIÒ decise, dunque, di dare ascolto all’enigmatico VADOLITHUS. Effettivamente era un personaggio insolito, ma sentiva che poteva fidarsi.

VADOLITHUS, da parte sua, gli spiegò la ragione del suo “conto aperto” con GRANTESTA. In passato una delegazione di GranRoccia era giunta via mare nella sua terra: erano interessati alle cospicue ricchezze minerarie della regione. Fu in quell’occasione che VADOLITHUS fece la conoscenza di GRANTESTA.

«Questo giovane e vulcanico capo GranRoccia mi fece subito un’ottima impressione», raccontava fissando un punto lontano, «mi era molto simpatico e un po’ invidiavo la sua energia trascinante. Si vedeva che era nato per essere un capo… io, invece, pur essendovi destinato, avevo, e ho tuttora, un’indole decisamente diversa. Ma ciò non ci aveva comunque impedito di trovarci bene e andare d’accordo, finché…». E qui VADOLITHUS tacque, sospirò e la sua espressione si fece ancor più cupa.

«Finché», riprese, «non mise gli occhi su MASSALITA! La mia MASSALITA… la mia amata… GRANTESTA ha iniziato quasi per gioco, poi esagerando sempre di più fino a tentare in ogni modo di sedurla e portarmela via!».

Gli occhi di VADOLITHUS Si strinsero fin quasi a scomparire. MEGALIÒ, seduto accanto a lui, si accorse che cercava di reprimere le lacrime.

«Quel vigliacco! Lei mi amava e lo ha rifiutato e allontanato più volte, ma… all’ennesimo rifiuto, lei era da sola… e io non me lo potrò mai perdonare! Quel vile… l’ha uccisa!». VADOLITHUS si alzò di scatto e, dando le spalle a MEGALIÒ disse: «Capisci, MEGALIÒ? Lui ha distrutto la mia vita! La morte di MASSALITA ha scatenato una guerra immediata. E noi, popolo pacifico, vi eravamo del tutto impreparati! Tutti i miei cari sono stati sterminati… Io, insieme a pochi altri, fatto schiavo. Ma sono riuscito a fuggire. Tuttavia la mia permanenza presso i GranRoccia mi ha insegnato molto su di loro. Capisci perché ho un doloroso conto aperto?».

MEGALIÒ, GIUSTAPIETRA e MEGALITO erano rimasti senza parole… Fu il capo GRANDEPIETRA a rompere il silenzio: «Conta su di noi, VADOLITHUS! Domattina all’alba partiamo! Per gli arroganti GranRoccia e gli infidi PietraPiatta, sarà la fine dei giochi!».

«Grazie MEGALIÒ! Ascoltatemi bene. Dobbiamo dividerci in 2 gruppi. Uno, capitanato da me e MEGALIÒ, scenderà verso le colline dei PietraPiatta. Tina ti conosce, MEGALIÒ, quindi i suoi informatori devono riferirle della tua presenza! Un secondo gruppo, invece, guidato dai GranLastra, dovrà raggiungere le terre dei GranRoccia passando dalle montagne ma evitando i territori dei PietraPiatta. Faranno “molto rumore”; saranno tanti e il loro passaggio desterà immediato scalpore. Capo GROSPIERRE, che ti assomiglia, sarà abbigliato come te e tutti dovranno chiamarlo col tuo nome. In breve tempo i GRANROCCIA crederanno che tu stia entrando nelle loro terre.

Noi partiremo con un paio di giorni di anticipo perché dobbiamo tenere occupati i Pietra Piatta attirandoli verso le morene: quelle lunghe lingue di sabbia, il loro vanto, diventeranno la loro tomba!

E così fu. Giunti in prossimità delle colline, e avendo fatto girare la voce del loro arrivo in armi, VADOLITHUS e MEGALIÒ inviarono un messaggero affinché TINA si organizzasse per la controffensiva.

Contemporaneamente gli armati al seguito di GROSPIERRE (sotto le mentite spoglie di MEGALIÒ) e GRANSAX, avevano oltrepassato il confine montano dilagando fragorosamente oltre la barriera montana. Non ci volle molto perché la notizia arrivasse a GRANTESTA. Sapendo che i GrandePietra con gli alleati GranLastra, temibili e molto numerosi, erano già vicini, non c’era tempo di attendere i PietraPiatta, quindi occorreva agire da soli. E, questo era noto, il capo dei GranRoccia non amava perder tempo, anzi, agiva d’istinto… spesso fin troppo, senza strategia!

E rimase stupito, però, nell’accorgersi che i GrandePietra, anziché avanzare verso la costa, con movimenti “disordinati” e imprevedibili, stavano arretrando nuovamente verso le alture. Credendo fosse un piano per temporeggiare in attesa di ulteriori alleati, GRANTESTA non ebbe dubbi e continuò imperterrito ad avanzare tra i monti. Troppo tardi, però, si rese conto di essere caduto in trappola. Attirato in una profonda gola a fondo cieco, non ebbe più scampo.

Contemporaneamente VADOLITHUS aveva suggerito di prender posizione oltre le morene glaciali. Anche in questo caso, Tina comprese troppo tardi l’astuzia di questa manovra, ritenendo, come GRANTESTA, che vi fossero altri ignoti alleati in arrivo. I GrandePietra attirarono i PietraPiatta in un’ampia zona di laghi e paludi dove questi ultimi faticavano a muoversi. TINA ricorse alla magia evocando le Ombre e le Nebbie. Alcuni caddero sul campo. E MEGALIÒ, per nulla abituato a “stare a guardare”, si lanciò verso le paludi in difesa dei suoi ingannati dall’incantesimo.

VADOLITHUS per fortuna gli corse dietro e riuscì a distrarre la sciamana con un gioco di luci e riflessi. Abbagliata, TINA pronunciò un terribile incantesimo richiamando le forze del sottosuolo, ma non si rese conto di parlare a se stessa, riflessa in uno specchio d’acqua.

La terra si aprì e si mosse come sospinta da energie sotterranee. Le paludi vennero inghiottite e, in un terribile vortice di terra, alberi e polvere, dopo un tremendo boato, tutti i PietraPiatta erano scomparsi ingoiati nel sottosuolo. Da quelle sabbie che, secondo alcuni, non hanno mai smesso di muoversi, TINA riemergerà solo millenni e millenni più tardi.

 

 

Il capo Megalito, Costanza 3 anni e mezzo Il capo Megalito, Costanza 3 anni e mezzo




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