IL MATERIALE INORGANICO
Le politiche comunitarie nel settore ambientale prevedono importanti strategie di intervento per la prevenzione e il riciclo dei rifiuti.
L'EUROPA RICICLA
di Mario Calchera
La separazione dei rifiuti è uno dei punti chiave delle politiche del riciclo.Secondo quanto dichiarato dalla Commissione per la prevenzione e il riciclo dei rifiuti della Commissione Europea, in data 27 maggio 2003: ogni cittadino dell'Unione Europea produce una media di 550 kg di rifiuti urbani all'anno.
Questo dato, però, fa riferimento solo ed esclusivamente ai rifiuti solidi urbani (RSU), perché se si dovesse tenere conto dell'intera produzione di rifiuti dell'Unione Europea (pari a circa 1,3 miliardi di tonnellate annui), la media pro capite salirebbe fino a 3500 kg.
Sulla base delle informazioni pubblicate dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA), la maggior parte dei rifiuti prodotti nell'UE rientra in cinque grandi flussi: rifiuti produttivi (26%), rifiuti di cava e di miniera (29%), rifiuti da costruzione e demolizione (22%), rifiuti solidi urbani (14%) e rifiuti agricoli e forestali, di cui è particolarmente difficile stimare la quantità. Il 2% di questi rifiuti, ossia una quantità pari a 27 tonnellate, è classificato come pericoloso.
Queste cifre, che già oggi ci appaiono preoccupanti, sono destinate ad aumentare: l'OCSE ha stimato che la sola produzione di rifiuti solidi urbani aumenterà del 43% entro il 2020 e raggiungerà i 640 kg annui pro capite.
Alla luce di queste informazioni appare evidente come la complessa problematica dei rifiuti e la loro gestione rivestano un'importanza fondamentale nelle politiche ambientali comunitarie.
Nel corso degli Anni novanta, anche grazie alla spinta dei Programmi Quadro per la Ricerca, si è investito molto per migliorare la gestione dei rifiuti; basti pensare alla Direttiva della Commissione sui rifiuti pericolosi (91/689CE) o alla ancora più importante Direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio (94/62CE) o alle innumerevoli campagne di sensibilizzazione promosse da tutti gli Stati membri.
Nonostante tutti gli sforzi sostenuti negli ultimi anni, molti degli obiettivi fissati dai Programmi di Azione Ambientale non sono stati raggiunti e, primo fra tutti, la mancata stabilizzazione della produzione di RSU a 300 kg pro capite, da raggiungere entro l'anno 2000.
In poche parole, agli innegabili progressi nella legislazione sulla gestione dei rifiuti non sono seguiti i tanto sperati risultati pratici. Per far fronte a questa grave discrepanza, la Commissione Europea ha varato una "Nuova strategia tematica di prevenzione e riciclo dei rifiuti", che lancia un'ampia consultazione, rivolta a tutti i soggetti interessati, sulla politica dell'Unione in questo settore.
Tale strategia è stata sintetizzata in una Comunicazione della Commissione, ispirata a politiche ecosostenibili e basata su alcuni principi comuni:
1. principio di prevenzione: limitare la produzione di rifiuti alla fonte;
2. il principio del "chi inquina paga" e, secondo la stessa logica, il principio secondo il quale i costi per il trattamento dei rifiuti incombono su chi li ha prodotti;
3. il principio di precauzione: anticipare i potenziali problemi di gestione;
4. il principio di prossimità: il trattamento dei rifiuti va effettuato il più vicino possibile al luogo di origine.
Questa comunicazione rappresenta un primo contributo all'elaborazione di una strategia tematica di prevenzione e riciclo dei rifiuti e include una valutazione della politica comunitaria in materia, ma deve ancora stabilire i tempi e gli standard qualitativi e quantitativi da raggiungere.
Per quanto concerne la prevenzione, la Commissione mira a promuovere degli approcci di stampo economico, orientati al mercato in modo da "mettere a dieta la produzione di rifiuti".
Rispetto alla prevenzione, la definizione di obiettivi di riciclo è invece una prassi più consolidata e meno complessa; la strategia tematica dovrebbe quindi privilegiare il miglioramento di tali obiettivi. A tale riguardo, la Comunità si è finora concentrata sui prodotti alla fine del proprio ciclo di vita, senza fare distinzioni fra i diversi materiali. Ora, invece, la proposta è quella di adottare degli obiettivi differenziati per ciascun materiale, così da poter raggiungere percentuali di riciclo ottimali tenendo conto dei differenti costi e benefici.
Un primo passo in questa direzione è stato compiuto all'inizio di quest'anno con l'adozione da parte del Consiglio e del Parlamento Europeo della revisione della direttiva sugli imballaggi (94/62CE), che verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale entro il febbraio 2004.
In base al nuovo testo normativo sono stati fissati dei nuovi obiettivi di riciclo, da raggiungersi entro il 2008, che vadano da un minimo del 55% ad un massimo dell'80%.
Inoltre, gli obiettivi minimi di riciclo sono stati così individuati in base ai materiali:
. 60% carta e vetro;
. 50% acciaio e alluminio;
. 22,5% plastica;
. 15% legno.
È evidente come il raggiungimento di così ambiziosi traguardi comporti un adeguamento di quelli che sono i principali strumenti politici e gestionali del riciclo dei rifiuti.
Il principale ostacolo a questo ulteriore passo in avanti è indubbiamente rappresentato dagli elevati costi del riciclo rispetto ad altre opzioni di trattamento.
Secondo la Commissione, il modo più semplice per promuovere il riciclo consiste nell'aumentare il costo degli altri metodi di trattamento, come hanno fatto alcuni Stati membri, con l'adozione di tasse sulle discariche. Una scelta di questo tipo dovrà però tenere conto di altri strumenti volti ad evitare che i rifiuti vengano dirottati verso l'incenerimento e che aumenti il fenomeno dell'abusivismo.
Il problema dei rifiuti è indubbiamente un problema enorme per il raggiungimento di standard qualitativi ambientali ottimali. Esso è sintomo di modelli di consumo e di produzione inefficienti e, forse proprio per questo, la sua soluzione rappresenta una sfida impegnativa per le istituzioni; una sfida che speriamo non veder ridimensionata, nell'arco di qualche anno, in una mera dichiarazione di intenti, ma che anzi speriamo veder procedere verso una sempre maggiore politica di prevenzione.
Oggi l'Unione Europea sta avviando in questa direzione delle nuove strategie di intervento, a cui noi, sempre più coscienziosi cittadini europei, siamo chiamati a partecipare attivamente con un maggior impegno nella raccolta differenziata e privilegiando l'acquisto di prodotti ricavati da materiali riciclati.
   
Pagina a cura dell'Assessorato territorio, ambiente e opere pubbliche © 2024 Regione Autonoma Valle d'Aosta
Condizioni di utilizzo | Crediti | Contatti | Segnala un errore