IL MATERIALE INORGANICO
I tecnici dell'Assessorato all'Agricoltura ci descrivono alcuni interventi di ripristino delle zone a vocazione agricola colpite dall'alluvione.
SE I MONTI SCENDONO A VALLE
di Nadia Gozzi
L'alluvione del 2000 ha colpito duramente il settore agricolo: i danni diretti alle colture agricole sono stati causati dallo straripamento delle acque e dall'innesco di fenomeni franosi che hanno invaso terreni coltivati soprattutto a prato, vigneto e frutteto, asportando lo strato fertile e depositando ingenti quantitativi di limo sabbioso, pietrame ed altri detriti.
I danni maggiori sono tuttavia stati causati alle infrastrutture agricole. Per quanto riguarda le opere irrigue si sono riscontrati l'asportazione di numerose opere di presa talvolta con i relativi dissabbiatori e vasche d'accumulo, il cedimento ed il franamento di canali irrigui, la rottura di aste di irrigazione ed il danneggiamento delle unità di campo e delle camere di manovra.
Per far fronte all'emergenza l'Assessorato all'Agricoltura ha pertanto operato per lavori di ripristino delle opere irrigue per la conservazione dell'assetto idrogeologico del territorio, per la risistemazione e la messa in sicurezza di strade interpoderali ostruite da frane o parzialmente asportate dai fenomeni alluvionali, e per la rimessa a coltura dei terreni alluvionati. In quest'ultimo caso si è potuto prevedere il riutilizzo del materiale alluvionale, lavorato in loco o trasportato in altre aree per la loro sistemazione.
Le indagini preliminari condotte dai Consorzi di Miglioramento Fondiario hanno portato alla stesura di 168 stime di massima per un importo complessivo di 140 -150 miliardi. A partire dalla primavera del 2001 sono stati finanziati i primi progetti esecutivi redatti sulla base delle priorità e delle indicazioni che gli uffici tecnici hanno dato.
La risistemazione di incolti ha consentito di risolvere in parte il problema dello smaltimento di ingenti volumi di limo e sabbia depositati sui terreni della piana limitrofi alla Dora Baltea a partire da Montjovet fino a Pont-Saint-Martin, che ammontavano a 866.000 mc. Il trasporto in discarica di tali volumi avrebbe comportato costi eccessivi. In fase operativa si è quindi optato di lasciare in loco, anche in funzione della tipologia di materiale depositato, uno strato variabile di 10-20 cm (complessivamente pari a 300.000 mc) e di procedere alle operazioni agronomiche di semina, comprensive di aratura profonda e fresatura, in modo da mescolare lo strato superficiale povero in sostanza organica a quello più fertile presente in profondità.
L'esecuzione di tali operazioni, completate da un'adeguata concimazione, ha garantito in breve tempo la formazione di una cotica erbosa consentendo di ridurre al minimo le perdite di produzione in foraggio.
In alcuni casi, è stato necessario procedere alla completa rimozione del materiale depositato in quanto motivazioni di ordine tecnico imponevano il mantenimento delle quote originarie delle superfici alluvionate.
Per quanto riguarda lo smaltimento dei volumi di inerte eccedenti, si sono individuate delle zone da bonificare, per lo più incolte o comunque di scarso valore agronomico, pari a circa 127.000 mq.
Le operazioni di rimessa a coltura hanno previsto lo scotico dello strato superficiale fertile di terreno, l'eventuale disboscamento o spietramento, il deposito del materiale inerte e la rifinitura con la stesura del terreno vegetale precedentemente accantonato e le operazioni di risemina. Il recupero di superfici incolte per quasi 13 ettari ha dunque consentito di risparmiare sui costi di conferimento in discarica ed ha permesso la riconversione di terreni marginali a finalità agricole.
Nelle vallate laterali gli interventi sono stati più circoscritti e relativi al ripristino dei danni causati fenomeni franosi e dall'esondazione di corsi d'acqua.
Un notevole impegno è stato posto nel salvare, là dove è stato possibile, la stagione irrigua con interventi di sistemazione, anche provvisoria, delle opere di presa danneggiate oppure completamente asportate al fine di consentire il caricamento dei ru. Parallelamente si è provveduto al ripristino della funzionalità idraulica dei tratti di canali o di impianti irrigui danneggiati.
I lavori nel comprensorio del Consorzio Beaucqueil ad Issogne
Un esempio dei lavori di ripristino resi necessari in seguito all'esondazione della Dora Baltea e di torrenti laterali e del verificarsi di fenomeni franosi durante l'alluvione del 2000 è quello del recupero di una superficie agricola di 32 ettari situata nel Comune di Issogne.
Una delle emergenze da risolvere risultava essere il rischio del trasporto di polvere e materiali fini da parte del vento.
Il recupero della superficie, suddivisa in zone a seconda dell'evento subito, della tipologia dei depositi presenti, dell'eventuale presenza di piante da frutto e della localizzazione sul territorio, è avvenuto attraverso l'esecuzione di diversi tipi di lavoro.
1) L'asportazione dei materiali alluvionali
depositati dalla Dora, conferiti in parte in discarica e una parte su terreni appartenenti al comprensorio del consorzio interessato, individuati in modo da soddisfare due esigenze:
. riutilizzare il materiale ricavato dalle operazioni di sbancamento al fine di bonificare aree incolte;
. ridurre gli oneri derivanti dal conferimento in discarica del materiale.
Individuate le aree da bonificare, si è proceduto al vaglio del materiale alluvionale in modo da separare il materiale terroso dagli altri rifiuti (legname, plastica, vetro, ecc.), trasportati in discarica.
I quasi 124.000 mc di materiale sbancato sono stati per un terzo conferiti in discarica autorizzata e, per la restante parte, depositati sui terreni precedentemente individuati.
2) La risistemazione di aree interessate da movimenti franosi
, attraverso opere di ripristino di terrazzamenti e muri di contenimento preesistenti, per la rimessa in funzione di superficie precedentemente coltivate e per lo sfruttamento di quelle ancora incolte. Per il ripristino è stato necessario anche effettuare lo scotico del terreno agricolo ancora in loco, da depositare sui nuovi terrazzamenti. Quest'operazione ha consentito di riutilizzare circa 17.000 mc di materiale.
3) La rimessa in funzione degli impianti di irrigazione
4) La sistemazione di terreni agricoli
, attraverso azioni di livellamento del terreno e successivi interventi agricoli (concimazione, aratura, risemina, rullatura, irrigazione, sfalcio e concimazione di copertura), per la bonifica della superficie.
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