IL MATERIALE INORGANICO
È necessario reinterpretare il tradizionale modo di intendere la produzione, trasformando da costo sociale a profitto i materiali usati per costruire. Come? Recuperandoli per nuove produzioni.
DISEGNATI PER LO SMONTAGGIO
di Pier Maria Minuzzo
Esempio di solaio in legno a vista."Le case dureranno meno di noi, ogni generazione dovrà fabbricarsi la sua città" era una frase del manifesto futurista lanciato ad inizio novecento, che riassume e concentra in sé un radicale mutamento del modo di percepire l'abitazione da parte di alcuni progettisti dell'epoca.
Tale monito, però, non si tradusse mai in realtà e di fatto le costruzioni continuarono ad essere concepite per durare nel tempo, per sopravvivere alle generazioni, per confermare - talvolta con destinazioni d'uso differenti - l'esistenza di un passato che ci appartiene.
Questo punto di svolta segnò, comunque, un importante mutamento non solo nelle metodologie e nelle tipologie costruttive, ma anche nella percezione che i fruitori iniziarono ad avere delle "nuove" abitazioni, vissute inizialmente come nuovo status symbol e poi sempre più legate, nel periodo del grande inurbamento del dopoguerra, al giro finanziario della speculazione edilizia, permesso dall'improvviso cambiamento di valore dei terreni nella loro conversione dalla destinazione agraria a quella edificatoria. Così, dopo anni in cui le costruzioni proliferarono indiscriminatamente e senza prestare particolare attenzione alla salubrità degli ambienti interni ed agli impatti che il costruito genera all'esterno, il settore - di fronte alla sempre crescente attenzione alle problematiche ambientali e alla coscienza di dover affrontare e risolvere i problemi relativi ad uno sviluppo realmente sostenibile - ha preso coscienza delle ingenti risorse energetiche, territoriali e di materie prime convogliate nell'edificazione e di come sia necessario modificare l'approccio globale da mantenere quando si progettano e si realizzano nuove strutture edilizie o si interviene in fase di recupero e ristrutturazione. E ciò in un'ottica di uso e reimpiego razionale di energie e materiali, attraverso soluzioni compatibili con le esigenze dell'utenza, la salvaguardia dell'ambiente e la creatività del progettista.
Tra gli isolanti utilizzabili in alternativa a quelli tradizionali ci sono i pannelli di fibra di cellulosa e fibra di legno.Pertanto, per quanto l'analogia sia forzata, data la profonda diversità storica e culturale che caratterizza gli inizi del secolo dall'oggi, resta affascinante l'idea che il messaggio delle avanguardie di inizio XX secolo sullo smontaggio delle città si ripresentino in un nuovo atteggiamento progettuale dettato dall'imperativo della sostenibilità ambientale.
La questione si traduce nella necessità di elaborare nuovi strumenti di dialogo ed interazione tra progetto e produzione, attraverso il controllo del ciclo di vita del prodotto. Il che significa sostituire al tradizionale modo lineare di intendere la produzione (produzione > uso > discarica) una nuova interpretazione di tipo circolare, in cui il ciclo della materia diventa continuo, chiuso (produzione > uso > recupero o riciclaggio della risorsa > nuova produzione).
In tal modo il materiale, giunto al termine della sua vita, non viene più ad essere un costo sociale, ma piuttosto una fonte di profitto. Per agevolare però la riciclabilità è molto importante limitare, o meglio eliminare, l'uso di sostanze tossiche e pericolose. Ma non basta. Oltre al riciclaggio, al fine di limitare il numero dei rifiuti, è fondamentale allungare la vita dei prodotti garantendone la riparabilità. Ovviamente, prodotto e processo di applicazione e smontaggio devono essere considerati all'interno di una strategia globale. Infatti, l'introduzione di prodotti e processi sostenibili perderebbe senso in presenza di logistiche complicate di distribuzione e trasporti inquinanti. A questo punto diventa indispensabile individuare i parametri che caratterizzano la strategia globale sostenibile e che siano in grado di definire la bontà di un prodotto surrogabile rispetto ad un altro. In particolare, gli attributi che potrebbero essere considerati nella Life Cycle Analysis potrebbero essere:
. consumo di materie prime
. consumi energetici
. emissioni atmosferiche
. effetti sul suolo
. danni all'ambiente naturale
. rifiuti, rischio per la biosfera.
Questo nuovo modo di pensare e di rivolgersi all'architettura ed all'edilizia costituisce il trait-d'union tra l'edilizia moderna e quella di un passato in cui era vivo l'orgoglio di costruire "a regola d'arte", e che si connotava come una disciplina progettuale contraddistinta da un atteggiamento ecologicamente corretto nei confronti dell'ambiente.
Così, in una visione caratterizzata da un'ampia interdisciplinarietà e da un utilizzo razionale ed ottimale delle risorse, la bioedilizia tende a conciliare le tecniche pianificatorie ed edili atte ad assicurare standard abitativi qualitativamente elevati con costi ambientali decisamente contenuti.
A tal proposito è utile evidenziare come alcuni dati a livello europeo indichino che il settore edilizio consuma il 45% dell'energia prodotta, contribuisce al 40% dell'inquinamento atmosferico, consuma il 40 % delle risorse non rinnovabili, crea il 40% dei rifiuti e che una percentuale sempre maggiore del mercato edilizio si occupa di restauro del patrimonio edilizio esistente. E anche questa è un'importante forma di riciclo.
Per cui, pensare ad una progettazione consapevole degli edifici, all'attenzione al risparmio energetico e delle materie diventa obiettivo primario di sostenibilità ambientale e di qualità abitativa. Anche per questo molti affermano che il futuro della costruzione bioecologica sia dunque il recupero, il riutilizzo, il riciclo dei materiali, a partire da un progetto architettonico che preveda utilizzo di materiali e tecniche di assemblaggio che rendano possibile la separazione dei materiali, nelle fasi di costruzione, manutenzione e demolizione dei manufatti edilizi.
E se già oggi sappiamo che chi applica materiali non riutilizzabili in edilizia riempirà in futuro le discariche di sostanze che spesso sono anche tossiche, allora forse è utile ricordarsi che il miglior rifiuto è sicuramente quello che non viene prodotto.

La normativa europea
Seppure in modo molto parziale, anche l'Unione Europea si è mossa per riconoscere l'importanza di una trasformazione ecologica della produzione edilizia, prima con la direttiva 89/106 sulla qualità, anche ambientale, dei materiali da costruzione e poi con il regolamento 880/92 che prevede la costituzione di un marchio europeo denominato "ecolabel" per la certificazione dell'ecocompatibilitá dei prodotti non solo per l'edilizia. Ma su quali basi si può definire un materiale ecologico o meglio ambientalmente sostenibile?
In estrema sintesi la sostenibilità di un materiale si definisce in relazione alla riduzione ai minimi termini del suo impatto ambientale riferito all'intero ciclo della sua vita. In altre parole, un materiale è tanto più sostenibile quanto minore è l'energia, da un lato, e la produzione di rifiuti, dall'altro, necessarie per l'estrazione delle materie prime di cui è fatto, per i cicli intermedi di lavorazione, per l'imballaggio, il trasporto e la distribuzione, per l'applicazione, l'uso e il consumo e per l'eventuale riutilizzo o riciclo, ed infine per la sua dismissione o smaltimento finale.

Principi guida per la selezione dei materiali in bioedilizia
Criterio della sostenibilità
Quella che segue è una prima stesura, sulla base delle attuali conoscenze, di una sorta di decalogo che può indirizzare la selezione dei materiali da utilizzare.
1. Basarsi su quanto è già stato sperimentato - ecobilancio del materiale
2. Mantenere cicli chiusi - imparare dalla natura, progettare il riciclaggio globale
3. Usare materie prime rinnovabili - garantire la continuità dello sviluppo
4. Risparmiare energia - nelle fasi di estrazione, produzione, distribuzione
5. Risparmiare risorse - valutare le materie prime
6. Preferire la molteplicità all'unicità - materiali diversi per funzioni diverse
7. Favorire il regionalismo - materiali locali geograficamente e culturalmente
8. Esercitare il principio del limite - valutare le necessità, tralasciare il superfluo
9. Usare le energie e i ritmi della natura - non contrastare, ma assecondare

Influenza dei materiali da costruzione sulla qualità dell'abitare
L'uso appropriato o meno di un materiale nel realizzare un edificio, può generare effetti nei seguenti settori:
1. Microclima: umidità relativa / temperatura / movimenti dell'aria
2. Clima elettrico: elettromagnetismo / ionizzazione / elettrostaticità
3. Clima energetico: onde terrestri / onde cosmiche
4. Qualità dell'aria: tossicità / odori / radioattività / cariche batteriche
5. Clima profisico: luce / colore / acustica

Caratteristiche dei prodotti bio-eco-compatibili
È necessario sapere valutare autonomamente la qualità del materiale proposto. A tal fine le aziende serie che operano nel settore certificano i loro prodotti con una dichiarazione completa delle sostanze contenute che permette all'utente di conoscere con precisione la composizione del prodotto stesso, e non già venire a conoscenza - come invece consente l'attuale normativa sui prodotti derivati dalla petrolchimica - che cosa non è contenuto.
Di seguito vengono riportati in elenco i prodotti e i materiali utilizzabili in alternativa a quelli tradizionali, secondo gli standard costruttivi bioecologici (ossia di rispetto dell'ambiente circostante e di qualità dell'ambiente interno).

Laterizi porizzati
Vengono prodotti utilizzando delle materie prime del tutto naturali (argille vergini, scarti agroalimentari compostabili, polpa di cellulosa vergine, bentonite e fibre di vetro fini e corte o fibre di legno vergine) e sono per questo di origine sicura e certificata. Pertanto è escluso l'utilizzo, ad esempio, di fanghi di risulta civili o industriali (che rischiano di contenere residui di metalli pesanti o di cromature) e di porizzanti derivati dal petrolio, come il polistirolo. Sono portanti e quindi le strutture verticali non necessitano di intelaiature in calcestruzzo armato.
Si possono smaltire presso i punti di raccolta di inerti certificati e riutilizzati per sottofondi stradali o altro.

Solai in legno
Nella loro funzionalità sostituiscono i pavimenti in laterocemento. Possono essere classici (travetto in legno e tavolato a vista) oppure molto moderni, presentandosi come tavole piallate ed essiccate inchiodate le une alle altre o unite con connettori in legno per formare plateaux omogenei. La provenienza del legno è certificata, non contengono colle o altre sostanze chimiche.
Una volta smantellato l'edificio, possono di norma essere riutilizzati come elementi strutturali o, in alternativa, come legna da ardere.

Calci idrauliche e aeree
Sono ottenute dalla cottura, in forni verticali in pietra o mattoni refrattari adatti propriamente alla cottura delle calci, di calcari e marne selezionati e costanti (privi di sali solubili); nella loro composizione non figura nessuna sostanza chimica.
Conosciute fin dai Romani (vedi le mura della stessa città di Aosta), hanno una vita estremamente lunga grazie al processo di carbonatazione che è infinito e tende nel tempo a ricreare la stessa struttura della pietra originaria.
Non sono da confondere con gli intonaci a base di calce che spesso contengono carbonato di calcio non cotto e resine petrolchimiche.
Una volta smantellata la muratura, possono essere ricondotte in discarica senza nessun tipo di precauzione, in quanto non contengono alcuna sostanza chimica e possono essere riutilizzate come ottimo materiale per riempimenti stradali o edili.

Intonaci di argilla
Circa 2/3 delle popolazioni del mondo vivono in case costruite con l'argilla. Nel vicino Piemonte, e più precisamente nella zona di Alessandria sono molte le abitazioni costruite in mattoni di argilla o con la tecnica del pisé.
Oggi l'uso dell'argilla, soprattutto come intonaco, è possibile grazie alla produzione di malte pronte costituite dalla miscela di argille colorate.
L'argilla è il materiale ecobiocompatibile per eccellenza.

Isolanti in fibre di legno
Terrnici e acustici, sono ottenuti per infeltrimento ed essiccazione di fibre di legno di essenze resinose in una soluzione di policroruro di allumina (componente principe dell'argilla). Tali fibre derivano da scarti di lavorazione di segherie di legni non trattati chimicamente e tenuti insieme per l'infeltrimento delle fibre stesse. Sono ottimi per l'isolamento termico invernale e soprattutto per quello estivo, grazie alla densità (160-170 Kg/m_ ) e alla capacità d'accumulo del calore che è di circa 3 volte superiore a quello di una fibra minerale.
A differenza dei pannelli in fibra di vetro o di polistirene che devono essere smaltiti con apposite precauzioni; una volta smantellato il tetto possono essere riutilizzati per lo stesso uso, compostati o utilizzati come focatico.

Isolanti in pannelli di cellulosa
Termici e acustici, flessibili, sono ottenuti pressando fiocchi di carta riciclata (priva di inchiostri ottenuti con materiali pesanti), con l'aggiunta di sali di boro e una fibra sintetica per renderli flessibili e lavorabili nelle fasi di taglio e di messa in opera.
Grazie alla loro densità (70-80 Kg/mc) risultano un ottimo isolante termico (dal freddo e dal caldo), oltre che acustico.
Una volta smantellato il tetto possono essere riutilizzati per lo stesso uso.

Isolanti in fiocchi di cellulosa
Termici e acustici, sono ottenuti da fogli di carta di giornale e vengono impregnati con sali minerali per renderli inattaccabili da muffe e parassiti e impedire, in caso d'incendio, il propagarsi delle fiamme. Essendo sotto forma di fiocchi sfusi possono essere insufflati con apposite macchine direttamente nelle murature a cassa vuota o tra i travetti del tetto.
I paesi che utilizzano maggiormente questo materiale sono il Canada, ed in Europa tutti i paesi Scandinavi e quelli della Mittel Europa. La durata nel tempo è paragonata a quella del legno; infatti, i primi utilizzi in Canada risalgono al 1910 e sono ancora completamente intatti.
Una volta smantellato il tetto possono essere riutilizzati per lo stesso scopo.

Impregnanti e cere per il legno
Sono ottenuti da materie prime assolutamente naturali (minerali, vegetali e animali), proteggono il legno da attacchi di tarli e muffe, lo nutrono e lo rendono molto gradevole da vedere e toccare.
Ci sono trattamenti per strutture in legno, per pavimenti e per mobili.
Seppur non rappresentino quantitativi di rilievo in termini di peso e volume, contribuiscono al corretto smaltimento di tutto il legno che impregnano (notoriamente biodegradabile).
Un utilizzo di vernici derivate dal petrolio non permetterebbe più uno smaltimento del legno in modo naturale, a meno della rimozione della finitura, operazione per altro impensabile nella fase dello smaltimento stesso.

Pitture murali e lacche
Sono ottenute da materie prime assolutamente naturali quali la calce, la caseina e le resine naturali.
Bisogna prestare particolare attenzione alle marche pseudo-naturali che utilizzano sì una parte di materie prime naturali, ma poi vi aggiungono resine provenienti dal petrolio.
Essendo completamente naturali, si possono senza alcun problema convogliare in fase di smaltimento ai centri autorizzati e assimilarli al supporto sul quale vengono distribuite (intonaco di calce,ecc.).
Tutte le finiture con derivati dal petrolio andrebbero sempre separate dal supporto murale prima che questo possa essere rimosso e condotto alle discariche. Tale operazione è molto onerosa e tecnicamente molto difficile da eseguire.

Finiture speciali quali
lo stuccolustro o il tadelakt
Dalla cultura che ci proviene dal passato sono arrivatefino a noi finiture di alto valore estetico come gli stucchilustri (utilizzati soprattutto in Veneto e per questo chiamati anche stucchi veneziani), oppure finiture quali lo stucco maghrebino detto tadelakt, che da secoli è ottenuto con sole alci e terre naturali. Oggi troviamo questi prodotti sul mercato costituiti da inerti, pigmenti sintetici e resine derivate dal petrolio. È quindi ancora una volta necessario controllare la dichiarazione delle sostanze contenute per appurare che le materie prime siano esclusivamente naturali.
Si possono smaltire senza problemi allo stesso modo delle calci naturali.
 

CHE COSA CARATTERIZZA LA CASA BIOECOLOGICA
. prodotti naturali e certificati dalle migliori ditte presenti già da anni sul mercato della bioedilizia

. intonaci, malte, pitture traspiranti e deumidificanti, per esterni e interni, per rivestimenti e riparazioni, non addizionati con composti chimici e permeabili al vapore per non favorire la formazione di condense

. trattamenti antimuffa

. isolanti di coperture, pareti, solai: pannelli in cellulosa o in fibra di legno

. pannelli isolanti naturali per acustica e bioclimatica: fibra di legno, cellulosa, canapa, juta e lana, pressati e non incollati

. pavimentazioni o rivestimenti in legno, non trattato e finito con cere naturali, provenienti da colture biologiche europee e certificati

. infissi in legno o, se in alluminio, con griglia di ventilazione

. impianto di riscaldamento a pavimento o a pannelli radianti

. impianti elettrici a stella, con cavi schermati e disgiuntore di corrente che elimina ogni tensione dell'impianto in prossimità delle camere da letto

. tinteggiature per pareti naturali traspiranti, preferendo velature colorate che aumentano la vibrazione e la luminosità dello spazio

. tecnologie per il risparmio energetico quali: pannelli solari e fotovoltaici per la produzione di acqua calda sanitarie ed energia elettrica, recupero delle acque meteoriche, compostaggio e riutilizzo dei rifiuti organici.
laterizi e materiali lapidei esenti da radioattività


   
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