MONOGRAFIA RISCHIO
Appunti e osservazioni dalla conferenza internazionale di Saint-Vincent sulla previsione, lo studio e la gestione delle valanghe.
ATTENZIONE ALLE VALANGHE
di Marco Trevisan
Il 13 e 14 dicembre 1999 si è tenuta a Saint-Vincent una conferenza internazionale sulle valanghe organizzata dalla Regione Autonoma Valle d'Aosta e dall'AINEVA (Associazione Interregionale per il coordinamento delle attività inerenti la Neve e le Valanghe).
Le valanghe sono da sempre uno dei principali rischi naturali per gli abitanti della montagna. Gli eventi dell'inverno 1998/99 ci hanno posto di fronte a tali rischi, dimostrandoci che i sistemi di protezione e previsione elaborati dall'uomo non sono infallibili e facendo sorgere in noi una certa inquietudine. La Regione Autonoma Valle d'Aosta e l'AINEVA hanno inteso dare una risposta agli interrogativi sollevati dagli eventi dell'anno passato, facendo il punto sulla gestione del problema valanghe nei principali paesi di montagna.
La conferenza si è posta i seguenti obiettivi:
Analizzare gli eventi più critici dell'inverno 1998/99.
Illustrare l'evoluzione scientifica del settore.
Esaminare i diversi approcci di gestione del problema valanghe.
Mettere a confronto mass-media e operatori della montagna.
Ai lavori hanno partecipato i rappresentanti dei più importanti centri di ricerca in materia di nivologia e valanghe, quali l'Istituto Federale svizzero per lo studio della neve e delle valanghe (Davos, Svizzera), il Cemagref (Grenoble), il Centro Sperimentale Valanghe di Arabba (Veneto), l'Università di Vancouver (Canada), ecc. nonché amministratori e funzionari di regioni di montagna ed esponenti di alcune delle principali testate giornalistiche italiane e francesi.
Nel seguito verranno illustrati i tratti salienti di quanto emerso nelle due giornate.

EVENTI DELL'INVERNO 1998/99

La valanga di Lavancher, nel 1993.l'inverno 1998/1999 è stato caratterizzato da eventi valanghivi eccezionali su tutto l'arco alpino. Il dott. Wuilloud, responsabile del servizio rischi naturali del Vallese, ha presentato un resoconto di quanto accaduto in Svizzera: le notevoli precipitazioni nevose, accompagnate da venti molto forti (fino a 155 km/h), hanno causato eventi valanghivi il cui tempo di ritorno è stato stimato in 100 anni (cioè la cui entità si presenta in media ogni 100 anni). Nel mese di febbraio 1999 si sono verificate oltre 850 valanghe nel Vallese, alcune delle quali di dimensioni eccezionali. Nella settimana tra il 23/2/99 ed il 1/3/99 le valanghe hanno causato la morte di 12 persone, la distruzione di 5 edifici e di oltre 200 ettari di foresta; nello stesso periodo sono state evacuate 6.000 persone da 1.320 costruzioni e sono stati chiusi 71 tratti stradali.
Sulle Alpi italiane, pur in assenza di precipitazioni nevose anomale, la presenza di forti venti persistenti in seguito alle deboli nevicate verificatesi nel periodo tra il 17 ed il 24 febbraio 1999 ha causato notevoli accumuli di neve sui versanti sottovento ed ha reso possibili alcuni importanti eventi valanghivi, tra cui la catastrofica valanga di Lavanchers, il cui "soffio" ha investito il villaggio di Dailley, con i tragici effetti che tutti conosciamo. Dopo una spiegazione del dott. Cordola della Regione Piemonte sulle condizioni meteo nell'Italia settentrionale nel febbraio 1999, il geom. Del Monte, tecnico dell'Ufficio Valanghe della Regione Autonoma Valle d'Aosta, ha illustrato la probabile dinamica della valanga di Lavancher, che il 23/2/1999 ha seguito un percorso inusuale.
Il dott. Yves Cassayre, del servizio bacini montani dell'Alta Savoia, ha spiegato che anche in Francia vi sono state precipitazioni eccezionali accompagnate da venti molto intensi e che, a causa dei consistenti accumuli di neve, alcune valanghe hanno raggiunto un'estensione mai verificatasi negli ultimi 40 anni; l'evento valanghivo più significativo è la valanga di Montroc, che ha distrutto 14 chalet ed ha causato 12 vittime.

EVOLUZIONE SCIENTIFICA

La seconda sessione della conferenza ha messo in evidenza le principali attività di ricerca attualmente in corso sul tema di neve e valanghe.
La scienza tende a fornire all'uomo degli strumenti di supporto nelle sue attività, le quali, nel caso delle valanghe, consistono principalmente in:
- Previsione a breve termine del pericolo di valanghe: si tratta di valutazioni a scala regionale della probabilità di distacco (es: bollettino valanghe).
- Valutazione di un fenomeno specifico nella peggiore delle ipotesi: si tratta di previsioni a lungo termine, dirette ad un versante o ad una porzione di versante e mirate alla pianificazione di attività e infrastrutture sul territorio.
Gli studi presentati nel corso dei vari interventi, più che alla comprensione dei meccanismi di trasformazione e interazione che si succedono all'interno delle singole particelle di neve, mirano a fornire degli strumenti di previsione ad una scala maggiore, basati su approssimazioni matematiche della realtà o elaborazioni statistiche degli eventi verificatisi in passato.
Il dott. Hoeller, dell'Istituto di Ricerca per le Valanghe e i Torrenti di Innsbruck (Austria), ha presentato un modello matematico innovativo in grado di riprodurre al computer la dinamica delle valanghe con "soffio", per le quali al momento non vi sono strumenti di simulazione. Tale modello è stato utilizzato nel corso della progettazione di una galleria paravalanghe per la valutazione delle pressioni dovute alla valanga e della sua distanza d'arresto.
Il dottor Dufour, dell'Istituto Federale Svizzero per la Ricerca sulla Neve e le Valanghe, ha spiegato che in Svizzera, nella vallée de la Sionne, è stato scelto un versante da destinarsi alla sperimentazione e allo studio di valanghe distaccate artificialmente: su tale versante sono stati posti degli strumenti in grado di misurare velocità e pressione della massa nevosa in movimento e delle telecamere per filmare le valanghe prodotte. Il dottor Dufour ha quindi mostrato gli spettacolari filmati delle tre valanghe artificialmente distaccate nel 1999, una delle quali ha raggiunto notevoli dimensioni (fronte di distacco di circa 1000 metri, dislivello di 1500 metri, velocità massima fino a 300 km/h). Con l'ausilio di siffatte sperimentazioni l'Istituto di Davos spera di riuscire a migliorare i modelli matematici di simulazione.

GESTIONE DEL PROBLEMA VALANGHE

Nella terza sessione della conferenza i rappresentanti delle strutture operanti nel settore della prevenzione delle valanghe hanno illustrato come vengono gestiti la previsione ed il rischio in Francia, Svizzera, Canada, Stati Uniti, Austria e Italia.
In Europa tali compiti sono svolti perlopiù da enti soggetti a finanziamento pubblico, mentre nel nuovo continente da strutture sostenute in buona parte da finanziatori privati, quali società di eliski, stazioni sciistiche, gestori delle autostrade.
Oltre che mediante un'accorta pianificazione territoriale, la protezione del territorio e dei suoi utenti è esercitata in tutti i paesi attraverso la realizzazione di opere di difesa attiva (barriere fermaneve e impianti per il distacco artificiale) e passiva (gallerie paravalanghe, valli e dighe in terra, deviatori di vario tipo), nonché attraverso la continua valutazione del rischio.
Per quanto riguarda la valutazione del rischio, in linea generale è emerso che in ogni paese vi sono reti di monitoraggio, in parte manuali ed in parte automatizzate, per la raccolta dei dati relativi alle condizioni della neve. L'interpretazione dei dati e la valutazione del rischio è perlopiù svolta in base all'esperienza dei tecnici del settore, e solo in pochi casi, localizzati perlopiù in Svizzera e Francia, tali tecnici sono assistiti da appositi software di supporto alle decisioni.
In Europa è stata stabilita una scala di pericolo delle valanghe, articolata in 5 gradi di rischio (debole, moderato, marcato, forte, molto forte), cui fanno riferimento gli enti di tutela del territorio nel redigere un bollettino che viene emanato con regolarità attraverso telefono, fax e Internet. Negli Stati Uniti ed in Canada viene pure emanato, con mezzi analoghi, un bollettino di previsione, che in Canada è prevalentemente destinato agli operatori del settore ed è a pagamento.
In Italia le regioni dell'arco alpino interessate dal problema delle valanghe si sono riunite nell'AINEVA, Associazione Interregionale per il coordinamento delle attività inerenti la Neve e le Valanghe. Tale associazione coordina le attività svolte dai singoli uffici regionali, i quali emanano, in media tre volte alla settimana, il bollettino delle valanghe, riportante alcune valutazioni generali sulle condizioni della neve, sulla probabile evoluzione meteorologica e le sue conseguenze sulla stabilità del manto nevoso e contenente una valutazione con indice numerico (da O a 5 in base alla scala europea) della situazione generale di pericolo valanghe.

TAVOLA ROTONDA CON ESPONENTI DEI MASS MEDIA

La seconda giornata della conferenza è stata interamente dedicata ad un confronto tra giornalisti, tecnici, scienziati ed altri operatori della montagna.
La discussione ha messo in risalto le diverse esigenze delle personalità coinvolte. Da un lato gli esponenti dei mass media richiedono delle notizie certe e dei valori assoluti di rischio da riportare sinteticamente all'interno delle loro pagine o dei servizi televisivi; dall'altro gli organi preposti alla tutela del territorio e gli utenti della montagna, rendendosi conto dell'impossibilità di fornire un'indicazione univoca ed assoluta del grado di pericolo, vorrebbero che la stampa dedicasse maggiori spazi all'informazione e all'educazione sul tema delle valanghe.
Il confronto ed il dibattito hanno in parte messo d'accordo le personalità coinvolte.
Gli enti preposti alla tutela del territorio svolgono, in Italia come all'estero, un prezioso ed assiduo lavoro volto alla massima riduzione del rischio dovuto alle valanghe.
Comunque si gestisca la prevenzione ci potranno essere degli eventi eccezionali che, proprio in quanto eccezionali, non possono essere previsti: ciò non vuol dire che siamo impotenti o che la prevenzione è inutile: in ogni fenomeno naturale (vento, terremoti, acqua) si possono verificare entità mai rilevate prima.
La previsione esprime una valutazione avente carattere regionale: oltre alla possibilità di errore nella valutazione, dovuta alle molteplici variabili da tenere in conto, si possono avere situazioni localizzate che non possono essere contemplate in una previsione avente carattere generale. Insomma non ci possono essere certezze riguardo ad un fenomeno naturale.
Tuttavia non si può nemmeno chiudere la montagna: non si può pensare di fermare e proteggere chi è spericolato e, per esempio, pratica lo sci-alpinismo in situazioni di pericolo; la prevenzione deve mirare a informare tutti ed a proteggere coloro che stanno in casa, viaggiano per strada e sciano in pista, in altre parole coloro che vorrebbero essere tutelati.
Ciò che bisognerebbe evitare sono le informazioni scorrette che creano panico ingiustificato e danni all'economia.
A tale proposito è importante stabilire dei momenti e dei canali per la diffusione delle informazioni, come avviene per esempio in Svizzera e negli Stati Uniti. Al di fuori ditali canali i giornalisti sarebbero tenuti a verificare le informazioni di cui entrano in possesso.
Nel corso del dibattito è stato anche illustrato un procedimento di distacco artificiale dall'elicottero ideato, per conto della Monterosa Ski, dall'ammiraglio Vassale, esperto di esplosivi della Marina Militare: si è osservato che il sistema proposto, sebbene di indiscutibile validità tecnica, non può essere risolutivo di tutte le situazioni di rischio, essendo comunque soggetto ai vincoli sull'utilizzo dell'elicottero, a quelli sul distacco artificiale e ad alcuni ostacoli di carattere normativo.
In sostanza la conferenza ha consentito un primo importante contatto tra il settore tecnico-specialistico e quello informativo-culturale, nel quale sono stati ribaditi l'importanza del lavoro svolto dagli operatori della montagna a tutti i livelli, i rischi comunque esistenti in un ambiente montano, di cui i frequentatori della montagna devono essere consapevoli, e, infine, la necessità fondamentale di un'informazione chiara e precisa che, invece di originare allarmismi ingiustificati, sappia fornire gli elementi indispensabili per una corretta valutazione del rischio.
Essa ha inoltre indicato che l'elaborazione statistica dei dati e la modellizzazione matematica eseguita su computer sono i futuri strumenti atti a consentire un'ottimizzazione dei sistemi di gestione del territorio in funzione della massima riduzione del rischio.
   
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