Nella quotidiana lotta per la sopravvivenza che la comunità umana conduce fin dai tempi più remoti contro le malattie e le calamità naturali, la religione svolge da sempre un ruolo fondamentale. Il baluardo spirituale che essa offre prende voce in canto o preghiera, assume peso e forma con costruzioni più o meno imponenti erette in posizioni di particolare significato topografico e tradizionale, muove grandi e piccole cerimonie di culto, ma si modella anche nei più svariati oggetti di suppellettile o di decorazione, come ad esempio nelle offerte di voto per chiedere una grazia, negli ex voto di riconoscenza per un beneficio ricevuto; offerte votive ed ex voto costellano le pareti di molti edifici sacri.
Sono pensieri di speranza o di gratitudine, ricordi esasperati dalla trepidazione, nonché testimonianza di una buona novella: annunciano pubblicamente che si è verificato, seppure a livello particolare, un evento salvifico in favore di un uomo dotato di fede. I dipinti sono accesi con forti tinte, disegnano i monti con pendenze marcate, le rocce strapiombanti, le cime innevate; su un nembo o avvolta di luce, la figura de Traumaturgo, solitamente la Vergine, negli esemplari giunti sino a noi, sovrasta o affianca la scena, vivida come un lampo luminoso, trascendenza che si rivela a incontrare l'uomo nel mondo, potente e improvvisa come la disgrazia stessa che l'ha colpito.
Quando il male si origina da calamità naturali sembra aprirsi più profondo e insondabile, fra il realismo fisico del fatto e l'intervento metafisico del santo, il baratro del mistero della vita umana, che nella natura ha la sua culla ma anche, per decreto divino, lo strumento di espiazione e di pena conseguenti al peccato originale. Fatalmente la valanga seppellisce il viandante sotto un cumulo di gelo, tomba precoce; l'alluvione minaccia di trascinare case e persone e di cancellare la comunità del villaggio fino a farne perdere persino il ricordo nel tempo; la frana sgretola la montagna, luogo di vita e di lavoro, tradendo mortalmente la fiducia dell'uomo. Sono le "parti avverse", gelide, incontrollate, di cui il santo, potenza soprannaturale, altrettanto silenziosa, altrettanto ineffabile, è davvero il degno antagonista.
Tanto sincere segnalazioni fungono oggi anche da preziose cronache figurate che consentono, tanto più quanto più sono dettagliate e circostanziate, di ricostruire la dinamica di fenomeni meteorologici o geologici del passato, utili per lo studio e la previsione di eventuali calamità naturali a venire.
Si possono leggere questi vari aspetti in due ex voto (una tela e un affresco) conservati rispettivamente presso i santuari mariani di Oropa in provincia di Biella e di Notre-Dame des Gràces a Voury nel comune di Gaby.
Gli stili, dati dalla maggiore o minore perizia degli autori, dalla diversità stessa del materiale impiegato e naturalmente dal gusto dell'epoca di esecuzione, variano grandemente.
Ricca e curata nei dettagli, e dunque oggi particolarmente interessante, spicca la tela del 1755 rievocante la spaventosa inondazione della Vallesa, che minacciò e infine risparmiò Issime. La chiesa sta sulla destra, punto al di sopra del quale si pone l'apparizione miracolosa; le case del paese si possono contare ad una ad una; anche l'orografia è dettagliata e in primo piano, inginocchiato su un'altura, compare il gruppetto degli abitanti in preghiera. E' particolarmente interessante notare come la scena descriva minutamente la meccanica stessa dell'evento: il torrente Lys scorre, oltre che nella posizione attuale, anche in un secondo ramo tutto in riva destra (un evidente vecchio letto secondario, praticamente lungo l'attuale strada), tagliando in due il paese; l'acqua invade altresì il nucleo abitato antico accanto alla chiesa ed esce ruscellando dalle viuzze, per ricongiungersi al fiotto principale al di sotto dell'attuale cimitero.
Centrata sull'incidente e sull'intervento dei soccorritori, brulica di personaggi in frenetica attività la scena della valanga dipinta nel XIX secolo su un'edicola del cortile del santuario di Voury: realismo e pathos che l'apparizione della Vergine sulle cime dei monti è chiamata a sciogliere. Qui è la storia stessa del Santuario, peraltro rappresentato a lato, sullo sfondo del dipinto, a testimoniare l'evento calamitoso e la sua felice soluzione: a seguito del voto di Pantaleone Tousco, uno degli scampati i cui nomi compaiono ai piedi dell'affresco, venne ampliata la struttura dell'edificio, ormai divenuto meta di molti pellegrini, e furono costruiti gli oratori.
Nei riguardi dei santi protettori contro i pericoli delle calamità naturali, altre forme di devozione popolare sembrano accantonare il silenzio e la rassegnazione: si edificano cappelle, si elaborano leggende nelle quali i taumaturghi sono attivi, generosi protagonisti, si invoca il loro intervento nel corso di processioni, rogazioni, benedizioni caratterizzate sovente da suggestivi cerimoniali. S. Defendente, in abiti guerrieri, protegge contro valanghe e inondazioni, S. Paolo contro frane e cadute di pietre, S. Pietro difende dal fuoco del fulmine e dalle inondazioni; S. Grato, patrono della diocesi, è il taumaturgo per eccellenza, 5. Giocondo, protettore in particolare della Cité dell'antica Aosta, è l'autore del miracolo che in occasione di una terribile inondazione della Dora Baltea salvò da morte sicura cinquanta persone circondate dalle acque (era il 1469); infine S. Orso, legato a tante leggende, preservò Aosta dalla rovina dello straripamento del torrente Buthier.
Le forme della devozione sono, come s'è detto e come è ben noto, le più svariate, talune più ideali e intimistiche, altre più concrete e corali; come tutte le espressioni umane anch'esse possono venire lette sotto molte luci: testimonianze di fede o di cultura (ovvero di arte) popolare, o ancora del modo di abitare e di sentire il territorio da parte della comunità e del singolo.
L'ex voto al santuario Notre-Dame-de-la-Garde a Perloz mostra l'apparizione della Vergine col Bambino, seduta su un nembo, vicinissima ai due infortunati sepolti nella neve. Nella gelida distesa, quasi un vuoto indistinto, nell'assenza totale di altre persone che possano prestare soccorso, gli sguardi della Madonna e dei malcapitati si incrociano quasi a determinare l'evento miracoloso. Significativa la data di aprile, periodo di particolare rischio per le valanghe.