I resti preservati e illuminati.
Il progetto di valorizzazione
Alla fine del 2022, nell’ambito del Progetto Interreg Alcotra “Parcours des patrimoines, de passage en châteaux” la Soprintendenza per i beni e le attività culturali ha valorizzato e aperto al pubblico il sito archeologico di Bois de Montagnoulaz, scoperto nel 2003 e scavato negli anni successivi.
Il sito si trova attualmente sotto il ristorante Lo Carà, all’interno del Parco avventura Mont Blanc: illuminato nelle ore serali, è delimitato da una recinzione in legno e dotato di due pannelli didattici.
La nuova recinzione che delimita il sito archeologico.
Un’area frequentata da millenni
In realtà, tutto il promontorio su cui sorge il Parco è stato frequentato e abitato nei millenni passati, in virtù della sua conformazione morfologica: naturalmente protetto a ovest dall’orrido e a controllo del passaggio obbligato della strada che conduceva al colle del Piccolo San Bernardo, da sempre via di comunicazione importantissima nel cuore dell’Europa.
La morfologia del sito.
Età del Ferro
Il primo momento di occupazione stabile risale alla prima età del Ferro (VII – VI sec. a.C.), quando sulla sommità viete costruito un castelliere, un villaggio fortificato per mezzo della costruzione di possenti muri, ancora in parte riconoscibili lungo i versanti settentrionali e sud-occidentali.
Le analisi archeobotaniche hanno restituito numerosi semi carbonizzati che hanno permesso di identificare le specie vegetali coltivate e consumate dagli abitanti del castelliere: si tratta per lo più di legumi (fave, lenticchie e piselli) e di cereali (farro, orzo e miglio).
La concentrazione dei resti mostra l’esistenza di aree destinate allo stoccaggio e alla lavorazione di queste risorse alimentari, che sono spesso trasformate in farina utilizzando macine in pietra prima di essere cucinate in contenitori di terracotta.
Planimetria dei resti appartenenti al castelliere dell’Età del Ferro.
A sinistra le strutture murarie ancora visibili sul sito; a destra macina in pietra.
Epoca romana
Un secondo momento di occupazione stabile del sito si ha in età romana, quando, verso la fine del I sec. a.C., viene costruito un castrum, un accampamento militare a controllo del passaggio verso il colle del Piccolo San Bernardo, connesso con le attività di romanizzazione del territorio se non, addirittura, con la costruzione della Via delle Gallie.
Una ricostruzione dell’accampamento militare romano di Maria Paola Boschetti per Akhet srl.
Planimetria dei resti appartenenti al castrum romano.
Le strutture murarie del castrum.
Nello spazio immediatamente a est della strada, vengono costruite tre terrazze parallele in muratura, sulle quale dovevano trovare posto le abitazioni dei soldati e altre costruzioni (magazzini, posti di guardia ecc.).
Il sito ha restituito numerosi reperti in metallo di tipologie frequenti negli accampamenti militari occupati tra la fine del I secolo a.C. e i primi anni del secolo successivo.
Si riconoscono oggetti di ornamento personale, come le fibule, sia in ferro sia in bronzo, e un anello in ferro con castone, ma anche elementi dell’equipaggiamento dei soldati, in particolare fibbie di cintura e chiodini che ricoprivano le suole delle calzature in cuoio per garantire una migliore presa sul terreno. Sono invece ricollegabili alle attività quotidiane alcuni utensili in ferro, tra cui delle cesoie e una lama di coltellino per la lavorazione del pellame.
Dall'alto: fibule in ferro e bronzo; chiodini da scarpa in ferro; strumenti in ferro.