Le ricerche archeologiche condotte all’interno della chiesa parrocchiale di Saint-Vincent tra il 1969 e il 1972 hanno portato alla luce i resti di un impianto termale romano databile alla fine del II o agli inizi del III secolo d.C. Questo complesso, forse pertinente ad una mansio (infrastruttura legata al transito stradale), occupava un sito in precedenza già abitato, almeno a partire dalla tarda Età del Bronzo. Le strutture coprono un’estensione più vasta di quella della chiesa soprastante e proseguono verso ovest, sotto il sagrato, e a nord dove sono stati ritrovati dei resti archeologici più antichi, databili alla fine del I secolo a.C. o all’inizio del I d.C.
Il primo impianto termale si organizzava su un asse est-ovest, con una sequenza di vani tipica di questo genere di costruzioni. Successivamente, verso la fine del IV secolo, il complesso venne ampliato verso nord e verso est, mentre un ambiente absidato con quattro contrafforti ne movimentava il perimetro sul lato meridionale.
Durante il V secolo, probabilmente in concomitanza con l’abbandono della funzione termale, la zona orientale fu utilizzata come area cimiteriale cristiana. La continuità dell’uso funerario è documentata dalla presenza di tombe del VII e del VIII secolo. Sembrerebbe dimostrata anche l’esistenza di un primitivo ambiente di culto, verosimilmente una semplice aula rettangolare absidata, orientata in senso est-ovest, che riutilizzava in parte le strutture romane. Le successive trasformazioni di questo edificio rimangono però incerte a causa delle distruzioni causate dalla chiesa romanica (fine XI-inizi XII secolo) e da quella moderna.
Dal 2012 un progetto di riallestimento del sito ne permette la visita attraverso un percorso didattico che si sviluppa nel sottosuolo della chiesa attuale.