Per una sommaria ricostruzione dell'imponente rete stradale romana possiamo disporre di una serie di fonti pervenuteci dall'antichità, i cosiddetti "itinerari". Questi sono giunti sino a noi in forma espositiva (itineraria scripta) o grafica, realizzati questi ultimi come delle vere e proprie carte stradali (itineraria picta).
Il territorio valdostano è schematicamente rappresentato nella Tabula Peutingeriana, copia dell’XII-XIII secolo di un itinerarium pictum risalente al III-IV secolo d.C. Sulla Tabula sono indicate le strade, con l'indicazione in miglia delle distanze fra le varie tappe, che da Eporedia (Ivrea), attraverso Augusta Prætoria (Aosta), portavano alle provincie transalpine. Aosta, tappa obbligata, vi è raffigurata con il segno convenzionale delle città, ovvero con due torri affiancate. L'itinerario documenta anche la presenza, lungo il percorso, di luoghi di sosta e di ristoro, ovvero di mansiones e mutationes, da Eporedia ad Augusta Prætoriaè menzionato solo Vitricium (l'odierna Verrès).
Sulla strada diretta all'Alpis Graia (colle del Piccolo San Bernardo) sono elencate le stazioni intermedie di Arebrigium (Arvier) e Ariolica (La Thuile), mentre in direzione dell'Alpis Pœnina (colle del Gran San Bernardo) è riportato solo Eudracinum (Saint-Rhémy-en-Bosses).
Il tragitto della via publica attraverso la Valle d'Aosta è descritto anche in due itineraria scripta: quello "di Antonino" (inizio del III secolo d.C.) e l'"Anonimo Ravennate" (inizi del VII secolo d.C.).