Con l’approvazione del PTP (con la legge regionale 10 aprile 1998, n. 13) e l’entrata in vigore della legge urbanistica regionale (la legge regionale 6 aprile 1998, n. 11) l’impianto pianificatorio e normativo, che doveva dare avvio ad una nuova generazione dei piani regolatori comunali, diveniva concreta potenzialità: un ossimoro che ben esprime quel delicato punto di passaggio tra la chiusura della complessa fase di costruzione degli strumenti generali di pianificazione e l’inizio del lungo processo di concretizzazione degli stessi, a partire dal livello regionale per giungere a quello comunale.
Il processo di adeguamento
I primi anni di attuazione furono dedicati all’adeguamento delle norme regionali al nuovo assetto e a definire tutte le procedure e modalità applicative necessarie. Fondamentale fu allora il supporto dell’Osservatorio per l’attuazione della l.r. 11/1998 e per l’applicazione del PTP, che dal 1999 al 2009 affiancò gli uffici regionali nel definire l’insieme del corpus normativo che oggi consente di operare in modo più coordinato ed efficiente. Da parte loro, i Comuni, che con la fine degli anni Novanta, prima dell’entrata in vigore della legge urbanistica, avevano portato a compimento la prima lunghissima fase di predisposizione dei piani regolatori comunali, iniziarono il percorso di adeguamento dei loro piani al PTP, assegnando gli incarichi professionali e avviando la predisposizione delle cartografie di base. Queste carte erano la base conoscitiva su cui impostare il disegno dell’organizzazione futura del proprio territorio. La tragica alluvione del 2000 e la conseguente nuova centralità acquisita dalla materia relativa alla tutela idrogeologica e alla gestione del rischio, con la revisione della disciplina definita dal titolo V della l.r. 11/1998, imposero un inevitabile slittamento dei tempi per l’adeguamento dei PRG.
Il lavoro dei Comuni dovette adeguarsi a una realtà in rapida trasformazione con conseguente incremento della complessità di applicazione di norme e procedure. A supporto del lavoro degli enti locali varie iniziative furono intraprese sia in termini di modelli applicativi - si pensi alle “Norme tecniche di attuazione tipo dei PRG” predisposto dalla Comunità Montana Grand Combin – sia in termini di supporto al processo di formazione dei piani da parte dell’amministrazione regionale. In questo contesto, particolare rilievo acquisiscono le iniziative degli ultimi anni messe a punto anche grazie alla collaborazione con il CPEL/CELVA, come l’affiancamento ai Comuni a cura delle strutture regionali competenti finalizzato a facilitare il processo di predisposizione delle bozze delle varianti generali di PRG.
A tutto ciò deve essere infine aggiunto anche il ripetuto intervento normativo dell’amministrazione regionale che, a più riprese, ha modificato la stessa legge regionale 11/1998 introducendo scadenze per la presentazione dei piani e relative penalità ai Comuni inadempienti.
Le prime varianti generali di piani regolatori comunali (PRG) giungono infine a conclusione del loro iter di approvazione a partire dal 2007. Il primo Comune a concludere il processo di adeguamento è stato Nus, seguito due anni dopo da Aosta, Challand-Saint-Victor, Donnas, Pollein, Pont-Saint-Martin e Saint-Christophe.
Dal 2009 ad oggi una forte accelerazione è stata impressa a tutto il progetto di adeguamento degli strumenti urbanistici comunali, dall’affiancamento ai Comuni prima della presentazione della bozza fino alla valutazione dei testi definitivi. Il risultato è che, ad oggi, oltre due terzi dei Comuni hanno uno strumento urbanistico o già adeguato o in corso di valutazione presso la Regione; due terzi dei Comuni con il disegno urbanistico del proprio territorio ormai già impostato sugli indirizzi del PTP e secondo la normativa urbanistica regionale vigente.
La corsa dei piani regolatori
A fine 2012, quindi, sono 23 i piani approvati dalla Giunta regionale; di questi, tre sono in attesa di approvazione definitiva da parte del Consiglio comunale e di conseguente pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Valle d’Aosta, data dalla quale entra in vigore il piano regolatore.
I 23 PRG adeguati rappresentano solo il 14% della superficie regionale ma ospitano il 55,8% della popolazione residente in Valle D’Aosta e il 54,9 % delle famiglie1. I Comuni già adeguati sono infatti prevalentemente collocati nel fondovalle principale dove più si addensa l’edificato, si pensi al Capoluogo regionale, che da solo ospita poco meno della metà degli abitanti qui considerati, i grandi Comuni della bassa valle centrale come Pont-Saint-Martin, Donnas, Verrès, e quelli prossimi ad Aosta, come Nus, Quart e Saint-Christophe. Sono invece assenti i Comuni più turistici come Courmayeur, La Thuile, Cogne, Gressoney-La-Trinité e Gressoney-Saint-Jean, che hanno i rispettivi strumenti urbanistici ancora in corso di valutazione presso gli uffici regionali o addirittura non hanno ancora presentato alcun tipo di testo.
I Comuni che hanno in corso l’iter di approvazione della variante generale di piano regolatore in adeguamento al PTP sono 24, ossia il 20% della popolazione residente e il 15% delle famiglie. Tra questi, due - Courmayeur e Bard - sono nella fase conclusiva di valutazione del testo definitivo attualmente all’esame degli uffici regionali competenti, mentre 7 hanno presentato la bozza di piano per la prima valutazione. Gli altri 15 Comuni hanno invece già concluso la fase di valutazione della bozza da parte della Conferenza di pianificazione2 e stanno lavorando per predisporre il testo destinato ad essere presentato al pubblico per le osservazioni (il cosiddetto “testo preliminare”) oppure lo stanno già pubblicando o ancora stanno predisponendo il testo definitivo, che recepisce eventuali osservazioni dei cittadini, per l’adozione in Consiglio comunale e il conseguente invio in Regione per la valutazione conclusiva.
I restanti 27 Comuni, che comprendono il 24,5% della popolazione residente e il 30% delle famiglie, non hanno ancora presentato documenti di variante di PRG in adeguamento al PTP agli uffici regionali. Ciò non significa che siano inoperosi: Pré-Saint-Didier, Valtournenche, Avise, Perloz, Villeneuve, Torgnon e Sarre si stanno avvalendo della possibilità di essere affiancati dalla struttura regionale competente in materia di Pianificazione territoriale, oltreché delle altre strutture regionali competenti per materia (agricoltura, foreste, aree protette, valutazione ambientale, difesa del suolo, tutela del paesaggio, trasporti, turismo) per facilitare la conclusione dell’iter amministrativo e giungere alla predisposizione della bozza, ha negli ultimi anni avviato un’attività di supporto e di assistenza alle amministrazioni locali che ne hanno fatto richiesta.
Dei restanti 20 Comuni che non hanno ancora presentato documenti di PRG in adeguamento, tutti hanno comunque già da molto tempo provveduto ad incaricare i professionisti progettisti e a predisporre la cartografia “motivazionale” e stanno ora lavorando alla definizione delle carte prescrittive che disegneranno la zonizzazione di piano e alla normativa a questa collegata.
Si può in conclusione affermare che, dopo una lunga preparazione, si è finalmente entrati in una fase in cui i Comuni sono divenuti parte attiva nel portare a termine l’iter di approvazione dei propri strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale. Ciò permette di poter concretamente sperare nella conclusione dell’intero processo di adeguamento entro i prossimi due anni.
La pianificazione del territorio: i primi numeri
Le carte principali delle varianti generali dei PRG approvate e pubblicate sono integrate nel sistema di conoscenze territoriali della Regione autonoma Valle d’Aosta (SCT) e rese disponibili, praticamente in tempo reale non appena divenute efficaci, sul relativo geoportale che raccoglie, organizza e rappresenta, in un’unica struttura logica e fisica, le informazioni di carattere territoriale, ambientale e socio-economico della regione.
Attualmente su questo geoportale, il cui indirizzo è http://geoportale.partout.it/, sono disponibili le carte dei PRG di 19 Comuni.
I dati georiferiti relativi alle sottozone territoriali di questi piani regolatori permettono di tracciare un primo quadro della situazione che si sta delineando a seguito dell’adeguamento dei PRG al PTP, relativamente alle tendenze di sviluppo del territorio così pianificato, ancorché parziale, riferendosi solo a una parte dei Comuni valdostani, 19 su 74, ma con una significatività statistica crescente.
La tabella 1 evidenzia per ciascuno dei Comuni considerati la suddivisione del territorio in tre categorie in base alla zonizzazione di piano:
• porzione edificata o potenzialmente destinata all’edificazione, comprendente le zone territoriali di tipo A, B, C, D ed F (per la descrizione, si veda la legenda delle zone territoriali);
• porzione non insediabile/edificabile, comprendenti le zone territoriali di tipo E, quali l’alta montagna, i boschi, i pascoli, le aree di specifico interesse naturalistico e paesaggistico;
• porzione utilizzabile per attività agricole, comprendente le zone di particolare interesse agricolo destinate a coltivazioni specializzate come la viticoltura o la frutticoltura, e le produzioni foraggere; in queste zone è anche possibile edificare a fini agricoli.
I valori riportati rappresentano la superficie relativa occupata da ciascuna categoria rispetto all’insieme del territorio comunale, espressa in percentuale.
Ad eccezione di Aosta, tutti i Comuni hanno la maggior parte del territorio nella categoria “non insediabile”; tra questi, solo per Verrès e Verrayes i valori sono attorno al 50% del totale del territorio comunale, mentre per gli altri il territorio non insediabile supera il 60% e per più della metà di loro supera l’80%, con Fontainemore e Chamois rispettivamente al 93 e 95%.
Al contrario, il territorio edificato o edificabile espresso dal PRG rappresenta valori compresi tra l’1% e il 18%; anche in questo caso fa eccezione Aosta con il 36%. Il territorio comunale, infatti, ha una importante superficie posta sul fondovalle e totalmente urbanizzata ed una porzione non molto estesa di versante, anch’essa diffusamente insediata; ciò fa sì che i valori percentuali si discostino molto da quelli più omogenei degli altri Comuni. Del resto, il capoluogo regionale è l’unico Comune con più di 5.000 abitanti. Tra i Comuni con minore disponibilità di territorio edificato o edificabile, attorno all’1%, si ricordano: Challant-Saint-Victor, Etroubles, Chamois, Fontainemore. Solo tre Comuni hanno più del 15% di territorio insediato: sono tutti posti lungo il fondovalle centrale e si tratta di Saint-Christophe, Verrès e Pont-Saint-Martin. Si noti che la percentuale di territorio edificabile si colloca prevalentemente attorno al 3% della superficie comunale.
Per quanto riguarda la disponibilità di terreni agricoli, su 19 Comuni considerati, ben 13 superano il 10% di superficie territoriale e 5 di questi arrivano al 20%; questi ultimi sono collocati lungo la piana di fondovalle con condizioni morfologiche e di esposizione molto favorevoli: Saint-Christophe, Monjovet, Verrès, Aosta e Verrayes.
La tabella 2 permette di visualizzare nel dettaglio quali sono le sottozone meglio rappresentate in ogni Comune e indica quanti metri quadrati sono assegnati ad ogni tipo di sottozona o di aggregato, come descritto nella legenda delle zone territoriali. Le aggregazioni sono state organizzate allo scopo di meglio evidenziare l’articolazione delle zone insediate o insediabili rispetto al resto del territorio.
Nel valutare l’insieme dei 19 Comuni considerati, si lascia al lettore l’analisi delle zone E, che da sole rappresentano il 95% delle superfici zonizzate, ivi comprese le sottozone di pascolo, Eb, e le aree agricole, Eg.
Si vuole invece porre attenzione alle zone che rappresentano il territorio edificato o destinato a edificazione dal PRG. Per quanto riguarda le zone B, le zone territoriali che rappresentano un edificato non storico e molto costruito (oltre il 20% della superficie di zona), sono state evidenziate le sottozone Ba, destinate alla residenza, e le zone Bd, di attività ricettive turistiche, mentre le restanti tipologie di zone B sono state raggruppate in una unica voce “altre B”. Anche le sottozone di tipo C, D ed F sono state riportate al tipo principale.
È importante sottolineare che le zone A in questa fase pianificatoria di adeguamento al PTP sono state riperimetrate in aderenza all’insediamento storico; i dati disponibili disegnano quindi con maggior fedeltà rispetto alla generazione precedente di piani regolatori, ciò che è pertinente all’insediamento tradizionale e ciò che appartiene al costruito più recente.
I dati riportati nella tabella evidenziano che le sottozone Ba sono le più estese sull’insieme delle zone insediate o insediabili, rappresentando il 2% dei 19 territori comunali considerati. Esse hanno una estensione ormai doppia di quella dei centri storici (zone A). Questo dato è il segno della forte spinta edificatoria che dal dopoguerra ad oggi, con un picco negli anni sessanta, settanta e ottanta del secolo scorso, ha ridisegnato il paesaggio insediato valdostano.
È interessante notare anche i dati relativi alle zone C, che esprimono la volontà di nuova edificazione dei PRG adeguati e che rappresentano potenzialmente un nuovo consumo di suolo per lo più non impermeabilizzato. Essi indicano che potrebbero essere interessati da nuova edificazione nel prossimo decennio 538.000 metri quadrati di terreno, ossia 53,8 ha, lo 0,12% del territorio comunale considerato: un dato assoluto apparentemente assai elevato ma piuttosto contenuto se si considera che sommando le zone A e le zone B si sfiorano i 17 milioni di metri quadrati: le nuove zone C non sono che il 3% di questo valore. Si pensi che a livello nazionale si stima che ogni giorno saranno edificati 100 ha di suolo libero! I Comuni che hanno la maggior quantità di suolo destinato a nuova edificazione sono Aosta e Nus, che si assicurano rispettivamente il 16% e il 19% dei suoli resi disponibili, mentre per gli altri Comuni le percentuali sono nettamente inferiori, con valori attorno al 5-6% delle superfici in zone C. Valori che sembrano rispettare la volontà di contenere il consumo di suolo espressa dall’Amministrazione regionale e priorità sia a livello europeo sia a livello nazionale, basti ricordare il recentissimo impegno del Governo italiano sulla valorizzazione delle aree agricole e il contenimento del consumo di suolo.
Il capoluogo regionale, per la natura del suo insediamento, si pone al primo posto anche per altre zone territoriali edificabili: il centro storico più esteso, il 38% delle zone Ba, il 53% delle zone industriali (D), il 37% delle zone a servizi (F).
Questo primo tentativo di analizzare la situazione territoriale risultante dalla disponibilità dei dati dei PRG approvati evidenzia quanto lavoro potrà essere fatto quando saranno approvati tutti i piani regolatori e utilizzate tutte le informazioni che da questi derivano, non solo i dati relativi alle superfici delle zone territoriali, ma anche le norme di gestione ad esse collegate e le reti di servizi e le infrastrutture che innervano un territorio. Sono queste le basi essenziali per monitorare gli effetti della pianificazione territoriale e per iniziare a costruire risposte ad una realtà che cambia sempre più velocemente.
Note:
1 70.318 abitanti e 32.648 famiglie al 15° Censimento generale della Popolazione e delle abitazioni dell’ottobre 2011 - ISTAT, dati provvisori.
2 La Conferenza di pianificazione esamina gli esiti dell’istruttoria, curata dal responsabile del procedimento della Direzione Pianificazione territoriale, al fine di esprimere il proprio parere in merito alla variante sostanziale generale del piano. Tale valutazione è quindi trasmessa alla Giunta regionale per l’approvazione dello strumento urbanistico. La Conferenza di pianificazione è disciplinata dalla legge 11/1998 ed è composta dai responsabili delle strutture regionali competenti in materia di ambiente, urbanistica, tutela del paesaggio, beni culturali, programmazione regionale, vincoli idrogeologici, protezione dell’ambiente e altri eventualmente individuati caso per caso.