La frana del Mont de la Saxe è situata nel territorio dell’alta Valle d’Aosta, nel Comune di Courmayeur, in prossimità del confine con la Francia. Interessa il versante occidentale del Mont de la Saxe, sovrastando l’omonima frazione.
L’area interessata dal fenomeno franoso ha una superficie di 150.000 m
2 circa, con una larghezza massima di 350 m ed una lunghezza massima di 500 m.
La frana è tenuta sotto controllo ormai da decenni ed è ritenuta una delle più interessanti d’Italia (8,4 milioni di metri quadrati), oggetto di osservazione da parte di ingegneri e geologi di tutto il mondo.
Lo stato del movimento franoso è stato posto sotto controllo mediante un sistema di monitoraggio automatico che controlla sia gli spostamenti superficiali sia quelli profondi. I dati raccolti sono finalizzati alla valutazione del superamento di valori soglia sui quali è impostato il Piano di protezione civile comunale.
Le indagini condotte a partire dal 2003, unitamente ai dati del monitoraggio hanno permesso di individuare la causa principale del fenomeno che è ascrivibile alla circolazione di acque in profondità, provenienti dallo scioglimento del manto nevoso deposto in quota durante il periodo invernale.
La frana del Mont de La Saxe è storicamente soggetta a riattivazioni ed accelerazioni principalmente nella stagione primaverile (aprile – giugno). Tuttavia, il processo di continua degradazione degli strati più superficiali, fa si che, nel tempo, alcuni settori maggiormente degradati presentino sempre maggior sensibilità diretta agli eventi meteorici.
Le esperienze recentemente maturate, specialmente a seguito dell’evento di riattivazione del novembre 2013, confermano che il volume più attivo della frana si mobilizza non più solamente a causa dei cicli stagionali ma presenta riattivazioni anche a seguito di apporti meteorici con infiltrazione di acque superficiali.
A seguito di un significativo incremento del movimento franoso e del suscettibile rischio di ulteriori aggravamenti, nel mese di gennaio 2014 è stato dichiarato lo Stato di Emergenza riconosciuto quale evento di cui alla lettera c), comma 1, articolo 2 della legge 24/02/1992.
Il 3 aprile 2014 la struttura Attività geologiche dell’Assessorato regionale Opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica ha reso noto il Rapporto n. 13 riportante lo stato di Allarme riferito ad una porzione del corpo frana di circa 265.000 m3, tenuto conto dell’aumento delle velocità di spostamento rilevate.
A seguito dell’ulteriore crescita delle velocità di spostamento, l’8 aprile la struttura Attività geologiche ha comunicato lo “Stato di probabile crollo imminente”. Conseguentemente è stato attivato da parte del Sistema di protezione il livello di “Allarme” del Piano di Protezione civile regionale.
Contestualmente il Comune di Courmayeur ha disposto l’evacuazione immediata di circa 80 abitanti residenti nelle zone interessate dal possibile collasso della porzione di frana.
Il 17 aprile, a seguito di crolli, è stata disposta l’applicazione della procedura operativa denominata “Piano viabilità– Frana La Saxe” ed è stata sospesa la circolazione sul tratto terminale della Strada Statale 26DIR dalle ore 20 alle 23.
Il 22 aprile il Capo Dipartimento della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli, si è recato sul posto per fare il punto della situazione con i tecnici e per incontrare la popolazione.
Il 29 aprile la struttura Attività geologiche ha inviato la comunicazione di “Cessazione stato di probabile crollo imminente” e, conseguentemente, il Piano regionale di protezione civile è passato dal livello di “Allarme” a quello di “Preallarme”.
A seguito dell’emanazione del Rapporto n. 14 da parte della Struttura Attività Geologiche che presentava un mutato scenario del fenomeno franoso con una evoluzione da “frana di crollo” a “frana di scivolamento” , con conseguente riadeguamento delle misure di protezione civile, il comune di Courmayeur ha revocato la propria ordinanza di evacuazione consentendo il rientro degli 80 abitanti presso le loro abitazioni.
Per il coordinamento del Sistema regionale di protezione civile è stato convocato cinque volte il Tavolo tecnico, composto dalle strutture operative regionali, volto all’analisi delle situazioni createsi e alla valutazione delle relative misure da adottare.
Per la gestione dello stato d’allarme, il Sistema di protezione civile ha coinvolto tutte le sue componenti operative.
I Volontari utilizzati dal 4 al 29 aprile sono stati 286 (163 volontari di Protezione civile e 123 Vigili del fuoco volontari) per un totale di 693 turni effettuati nel numero di 542 dai volontari di PC e 151 dai Vigili del fuoco volontari.