L’attuazione dello Schema di sviluppo sostenibile ha comportato un importante cambiamento di prospettiva nell’azione dell’Espace Mont-Blanc.
DALLO SCHEMA DI SVILUPPO SOSTENIBILE AL PIT

Con l’elaborazione dello Schema di sviluppo sostenibile - Schéma de développement durable, dal 2005 l’Espace Mont-Blanc si è dotato di uno strumento innovativo che propone una strategia transfrontaliera all’insegna della sostenibilità. Partendo dall’idea di far emergere e di coltivare un’identità territoriale specifica, fondata sui tre pilastri dello sviluppo sostenibile - ambiente, società ed economia - il documento offre uno strumento per aiutare le comunità locali a stabilire le priorità nella gestione del territorio e nelle scelte di sviluppo locale. Ci sono voluti anni di lavoro comune, riflessioni tecniche e scientifiche e il confronto, mai semplice, con le difficoltà che caratterizzano la montagna, per definire uno strumento efficace e capace di coinvolgere i vari organismi in un processo partecipativo. L’elaborazione dello Schema di sviluppo sostenibile è stata preceduta da una serie di analisi di tipo territoriale, socio-economico e ambientale che hanno consentito di delineare per ognuno dei tre paesi dell’Espace Mont-Blanc un profilo territoriale che ha evidenziato i problemi, ma anche gli atouts in grado di svolgere un ruolo di leva per uno sviluppo sostenibile. Concretamente, lo Schema si declina in 10 linee strategiche e un piano di azioni da realizzare, grandi e piccole, locali e transfrontaliere. Nel 2006 le assemblee elettive di tutti i Comuni aderenti all’Espace Mont-Blanc hanno approvato lo Schema di sviluppo sostenibile, successivamente sottoposto al Consiglio Valle e poi alla Giunta regionale che l’hanno approvato nel 2007. L’attuazione dello Schema di sviluppo sostenibile ha comportato un importante cambiamento di prospettiva nell’azione dell’Espace Mont-Blanc. Si è passati infatti dai settori più strettamente legati alla gestione del territorio e alle risorse ambientali, a temi di intervento come l’energia, il trasporto locale, la diversificazione dell’economia locale, la promozione del turismo sostenibile e la valorizzazione dei prodotti locali. Alcune attività suggerite dallo Schema di sviluppo sostenibile sono diventate buone pratiche e vengono tuttora realizzate dalle collettività e dagli attori locali, senza far ricorso a finanziamenti europei. Per dare piena attuazione allo Schema però, è sorta la necessità di mantenere una regia strategica d’insieme al fine di intervenire con efficacia e concretezza, riuscendo a coinvolgere una rete più ampia di soggetti sul territorio e, soprattutto, ricercando i finanziamenti per i progetti più articolati e strutturali. Lo strumento finanziario individuato è stato quello della cooperazione territoriale europea, con il Programma ALCOTRA Italia-Francia 2007-2013. Dalle linee d’azione dello Schema di sviluppo sostenibile si è passati quindi alla definizione di progetti, azioni, partenariati e budget, e alla preparazione del fascicolo progettuale del Piano Integrato Transfrontaliero dell’Espace Mont-Blanc. Su richiesta dei partner trasfrontalieri, l’Assessorato territorio e ambiente ha assunto il ruolo di Coordinatore del Piano, e svolge questo compito con il supporto della Fondazione Montagna sicura di Courmayeur.
 

LA COOPERAZIONE OLTRE FRONTIERA
Il programma operativo di cooperazione territoriale europea ALCOTRA Italia-Francia 2007-2013 ha introdotto una modalità innovativa per la progettazione e la realizzazione degli interventi: si tratta dei Piani Integrati Transfrontalieri (PIT). I PIT sono piani costituiti da un insieme di progetti di cooperazione singoli, riguardanti settori e temi diversi, ma con un comune obiettivo di sviluppo economico e sociale di uno specifico territorio transfrontaliero. La finalità è ottenere una maggior efficacia degli interventi e di aumentare l’intensità e la qualità della cooperazione.

   
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