QUALE FUTURO?
La legge regionale n.13 del 1998 ha sancito l'entrata in vigore del PTP, strumento di indirizzo per il rinnovo dei piani regolatori comunali.
COMUNI A CONFRONTO
di Annalisa Béthaz
Lo schema delle linee programmatiche del Piano Territoriale Paesistico.Il PTP, qualificato espressamente dalla legge regionale n. 1 del 1993 come "Piano urbanistico-territoriale avente specifica considerazione dei valori paesistici ed ambientali" e destinato a promuovere la tutela delle risorse culturali e ambientali, decisive per lo sviluppo della Regione, concretizza di fatto la previsione già contenuta nella legge urbanistica regionale n. 3 del 1960. Questo, precorrendo di un quarto di secolo la legge Galasso aveva, con grande lungimiranza, prefigurato un Piano regionale urbanistico e paesaggistico che avrebbe dovuto fare da sfondo ai piani regolatori comunali. A seguito però di una sentenza della Corte Costituzionale che, nel 1962, dichiarò l'illegittimità dell'articolo 1 ("Il territorio della Valle d'Aosta è dichiarato bellezza naturale di pubblico interesse e zona di particolare importanza turistica") e del secondo comma dell'articolo 18 ("Fino a quando non entrerà in vigore il regolamento previsto dalla presente legge, le autorizzazioni -a compiere opere, costruzioni, demolizione o modificazione degli immobili, che possano comunque alterare il paesaggio - n.d.r. - di cui all'articolo 3 saranno rilasciate dal Presidente della Giunta regionale sentito il parere del Comitato regionale per l'urbanistica e la tutela del paesaggio") della legge stessa, questa di fatto cessò di produrre i suoi effetti nell'attività regionale di controllo dell'edilizia sul territorio e la Regione perse l'interesse per applicarne le parti superstiti.
La pianificazione comunale si attuò quindi nei decenni successivi, senza disporre di un quadro di riferimento. L'entrata in vigore del PTP (con legge regionale n. 13 del 1998) permette ora di disporre di un progetto unitario che, senza negare la validità degli strumenti urbanistici comunali vigenti, intende affiancarli per affrontare in modo integrato tutti i problemi connessi al territorio e all'ambiente e orientare lo sviluppo futuro della Regione secondo prospettive fondate sulla valorizzazione conservativa delle risorse locali (naturali, sociali, culturali) piuttosto che sul loro sfruttamento definitivo.
Occorre dunque riportare l'attenzione su una visione globale dei problemi e delle opportunità, per affrontare i primi in maniera più approfondita e cogliere le seconde in maniera più diffusa.
La casa forte Blonay, ad Avise.I Comuni non sono più tante piccole isole dove prevale la logica del campanile, ma parti complementari di un sistema che vive e agisce attraverso la cooperazione, recuperando in fondo anche le tradizioni più antiche della cultura montanara che si manifesta nelle numerose forme di collaborazione e solidarietà dettate dall'asprezza delle condizioni ambientali e dalla natura stessa delle risorse collettive.
I Comuni sono chiamati entro il 2003 ad adeguare il proprio piano regolatore alla legge regionale urbanistica (n. 11 del 1998) ed al PTP.
Questa dev'essere un'occasione per verificare le scelte del passato e, analizzata la situazione attuale così come definitasi in questo dopoguerra, ripensare profondamente ad un'organizzazione territoriale che consenta prospettive di sviluppo.
Il PTP offre innanzitutto una preziosa serie di elementi conoscitivi attraverso l'elenco - ad esempio - di tutti i beni culturali (ponti, mulini, miniere, cappelle, torri…) che consentono a ciascun Comune di individuare gli elementi di pregio da valorizzare e suggerisce anche quello che può essere il ruolo attivo che gli Enti locali possono assumere, ad esempio con la formazione di aree protette, la realizzazione di circuiti, il risanamento di aree degradate, il restauro paesaggistico, urbanistico ed edilizio per promuovere nuove forme di fruizione sociale e turistica.
È vero che il PTP si presenta - a chi non l'abbia approfondito - come un sistema di regole che trovano espressione nelle Norme di Attuazione e nelle Tavole Grafiche e che dovranno in vario modo essere rispettate da tutti i soggetti pubblici e privati che svolgono nella Regione attività ed interventi che incidono sull'assetto del territorio, sul paesaggio o sulle condizioni ambientali.
Queste norme non devono essere intese come ordini indiscutibili, bensì prevalentemente come indirizzi e sollecitazioni che non intaccano, anzi valorizzano l'autonomia degli Enti locali e dei diversi settori amministrativi interessati alla gestione del territorio.
È certamente importante rilevare come stabilire regole chiare e trasparenti per tutti significa aumentare le garanzie e la certezza dei diritti dei cittadini e, parallelamente, ridurre la discrezionalità nell'applicazione delle leggi e dei vincoli esistenti che interessano la maggior parte del territorio regionale. Ma è soprattutto importante cogliere il nuovo contributo che il PTP apporta alla pianificazione, ponendo degli obiettivi cui le amministrazioni comunali dovranno cercare, nella nuova stesura dei piani, di rispondere.
Come ogni piano, il PTP non ha infatti soltanto contenuti normativi. In quanto progetto globale per lo sviluppo del territorio regionale, esso esprime intenzioni, proposte e suggestioni che non sempre e non necessariamente possono tradursi in norme, capaci di incidere sulle scelte o sui comportamenti dei soggetti pubblici e privati. Come ogni piano, il PTP è insieme norma e proposta che, lasciando agli enti locali piena autonomia e responsabilità per le attività di loro competenza, individua delle strategie perseguibili attraverso il coordinamento delle singole iniziative e azioni che competono ai diversi soggetti operanti sul territorio.
Il PTP tende, infatti, a stimolare la progettualità sia dei soggetti pubblici che di quelli privati, evitando che essa si riduca a una serie di iniziative prive di collegamento o che insegua la logica perdente degli interventi settoriali.
Nella misura in cui le strategie del PTP troveranno quindi riscontro nella rinnovata pianificazione comunale, la riorganizzazione urbanistica e territoriale consentirà di riabitare la montagna recuperando in forme moderne e sostenibili le straordinarie peculiarità ambientali e culturali della Valle, che è stata nei secoli, anche e prima di tutto una montagna abitata e merita di entrare nell'Europa del prossimo futuro con tutta la carica del suo patrimonio storico e naturale, che ne fanno da sempre un territorio unico e inconfondibile.

   
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