QUALE FUTURO?
La Comunità del Grand Combin si è proposta di svolgere un'azione di coordinamento per l'adeguamento dei piani regolatori comunali al PTP.
NUOVI COMPITI DELLE COMUNITA' MONTANE
di Fulvio Bovet
La città di Aosta, allo sbocco della Valle del Gran San Bernardo.Le funzioni delle Comunità montane sono stabilite dal quadro normativo costituito dalla legge regionale 7 dicembre 1998, n. 54 ("Sistema delle Autonomie in Valle d'Aosta, artt. 71-73"), e dalla legge regionale 6 aprile 1998, n. 11 ( "Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle d'Aosta, artt. 25 e 32").
Per riassumerne e sintetizzarne i contenuti, si può dire che alla Comunità montana sono affidate dalle leggi regionali sopra citate alcune funzioni importanti:
1. fornisce consulenza e servizi che, per le loro caratteristiche tecniche e dimensionali, non possono essere svolti in modo ottimale dai Comuni al fine di conseguire obiettivi di efficienza, economicità e coordinamento;
2. formula proposte e indirizzi nell'ambito della pianificazione territoriale nell'area di interesse comprensoriale, e coordina i servizi affidatile dai Comuni;
3. può assumere iniziative e porre in essere i mezzi e le strutture più idonei a fornire ai Comuni adeguati supporti per l'esercizio delle funzioni comunali in materia urbanistica e in materia edilizia;
4. provvede alla pianificazione dei siti di teleradiocomunicazione.

Questi sono i compiti assegnati alle Comunità montane dal quadro legislativo; vediamo però a qual punto ci troviamo nella situazione attuale, in cui esse stanno affrontando in generale un processo di rinnovamento che è appena iniziato.
Per poter definire completamente il proprio ruolo e la propria organizzazione mancano ancora, tra l'altro, i criteri previsti all'art. 11 della LR 54/1998 per il trasferimento delle funzioni regionali agli enti locali, così come mancano, in attesa della modifica della legge sulla finanza locale, delle prospettive chiare sulle risorse finanziarie disponibili.
La legge regionale urbanistica del 1998 dispone che i Comuni provvedano all'adeguamento dei propri piani regolatori al PTP (Piano Territoriale e Paesistico) entro l'agosto del 2003. Questo fatto impone ai Comuni l'avvio delle fasi di adeguamento dei piani in un momento molto particolare in cui, alla luce tra l'altro degli eventi alluvionali dell'ottobre 2000, saranno molti i motivi di riflessione. Questa operazione che impegnerà nei prossimi anni i Comuni sia dal punto di vista finanziario che dal punto di vista umano e sociale rischia di svolgersi senza la partecipazione delle Comunità montane. Questo fatto - che come abbiamo visto contrasta invece con quelle funzioni che la legge vorrebbe attribuite alle Comunità montane - è dovuto a diverse ragioni.
Uno dei servizi forniti dalle Comunità montane: la manutenzione dei sentieri.La prima e la più importante, come abbiamo già visto, è dovuta allo sfasamento dei tempi prevedibili per una riorganizzazione delle Comunità montane rispetto ai tempi assegnati ai Comuni per completare l'adeguamento dei piani comunali al piano regionale.
Le altre ragioni invece sono politiche e organizzative: politiche, perché nonostante le enunciazioni di principio vi è da molte parti ancora molta diffidenza a riconoscere l'utilità, nel medio e lungo termine, dell'esercizio associato di funzioni attraverso la Comunità montana; organizzative, perché nonostante le enunciazioni di principio il trasferimento del personale alle Comunità montane dai Comuni o dalla Regione non è cosa fatta e neanche scontata; d'altra parte l'aumento del personale in Comunità montana non è operazione più semplice.
Le Comunità montane sono attualmente organizzate nei settori tecnici in maniera molto diversificata e svolgono funzioni diverse. Su otto Comunità montane solo quattro dispongono oggi di un dirigente, tre dispongono di tecnici ed una non dispone di nessun tecnico. Le funzioni esercitate sono molto varie e vanno dalla gestione dei servizi (rifiuti, depurazione acque, acquedotti, turismo) al coordinamento dei lavori pubblici per i Comuni, alla gestione di scuole, microcomunità per anziani, asili nido, infrastrutture sportive; ai piani di protezione civile, piano dei siti di telecomunicazione, piani di sviluppo turistico, consorzi di miglioramento fondiario, informatica, sentieri; solo per citare le più importanti. Questo fatto e la carenza di personale tecnico, fanno sì che al momento attuale le Comunità montane non siano in grado, in generale, di avviare quelle funzioni previste dalla legge nel settore della pianificazione territoriale.
In questo quadro è significativa, e può essere uno stimolo per gli altri, l'esperienza della Comunità montana Grand Combin che, anticipando i tempi attraverso una apposita convenzione, è riuscita ad avviare simultaneamente ed in modo coordinato l'adeguamento dei PRG degli undici Comuni che la compongono. L'azione intrapresa dalla Comunità montana Grand Combin tocca un po' tutti i punti individuati dalle leggi 54/1998 e 11/1998; infatti la convenzione prevede, tra l'altro, che la Comunità montana fornisca supporto ai Comuni predisponendo la cartografia di base aggiornata (a tal fine è stato avviato anche l'esercizio associato del Sistema informativo Territoriale e della gestione del catasto), coordini i lavori dei tecnici incaricati in modo da ottenere studi comparabili ed utilizzabili a scala comunitaria, predisponga il testo tipo di norme tecniche da utilizzare in tutti gli undici comuni, verifichi il rispetto degli standard grafici ed informatici previsti dai provvedimenti attuativi della LR 11/1998, ecc.
Sul versante della pianificazione la Comunità montana Grand Combin sta sviluppando, sulla base di accordi di programma e di convenzioni previste dalla LR 54/1998, il piano di sviluppo turistico (art. 47 LR 11/1998), il piano dei siti di telecomunicazione (art. 32 LR 11/1998), i piani di protezione civile (D. Lgs 112/1998), coordinando il tutto con l'adeguamento dei PRG. Questo coordinamento costituisce di fatto una scommessa ed è stato possibile grazie anche alla fiducia delle undici amministrazioni comunali (Sindaci, amministratori e segretari) nella propria capacità di organizzarsi attraverso la Comunità montana tenendo presente che, come dice la legge, "la Comunità montana associa i Comuni che condividono un territorio e obiettivi di sviluppo comune".
In questo caso l'esercizio associato di tali funzioni (per il quale è stato predisposto anche un regolamento di organizzazione), oltre a garantire fin da subito un risparmio economico, consente alla Comunità montana di raggiungere anche quegli altri obiettivi posti dalla legge, cioè di "formulare proposte e indirizzi nell'ambito della pianificazione territoriale nell'area di interesse comprensoriale e del coordinamento dei servizi a loro affidati" in quanto parte attiva nei processi di pianificazione.
   
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