QUALE FUTURO?
Il paesaggio si presenta come un sistema assai complesso. È importante quindi che nell'attività di pianificazione comunale si introducano riflessioni sulla sua trasformazione.
UN NUOVO PAESAGGIO
di Ester Bertorello e Nicoletta Gallina
Abitazioni rurali del villaggio di Cerellaz, nel Comune di Avise.Vivere e gestire la situazione presente mantenendo l'attenzione rivolta al futuro implica un'approfondita conoscenza dei processi della realtà che ci circonda. Un momento di sintesi può essere costituito da alcune riflessioni sul nuovo paesaggio e conseguentemente sui sempre più diffusi concetti di paesaggio e di ambiente.
Bisogna tenere presente che il termine paesaggio non ha avuto nel tempo sempre lo stesso valore ed ancora oggi il significato non è univoco. Secondo alcune scuole di pensiero, la parola evoca un sistema di simboli, traduzione di valori storico-culturali tramandati nel tempo; altre indicano il paesaggio come una descrizione estetico-percettiva della realtà (il bel paesaggio) ed ancora la visione ecologica lo interpreta come un ecosistema in evoluzione.
Il concetto di ambiente entra nel dibattito solo più recentemente, nel momento in cui ci si pone il problema di rimediare a un danno già rilevato e assume diversi sviluppi e applicazioni in rapporto alle modalità con cui misurare, eliminare o mitigare tali situazioni di stress. Il termine ambiente può essere associato ad una definizione più facilmente univoca di quanto non lo sia quello di paesaggio, in quanto riconducibile ad un insieme di fattori fisici, chimici e biologici concreti e misurabili. Ciò nonostante esistono forti discrepanze sulla metodologia da utilizzare al fine di conferire oggettività e attendibilità alla misurazione degli elementi che concorrono a valorizzare i fattori ambientali (ad esempio la valutazione di impatto ambientale).
Entrambi i concetti sono fondamentali e rilevanti ai fini di una corretta gestione del territorio e la loro considerazione può indurre un profondo ripensamento nel modo di utilizzare gli attuali strumenti di pianificazione.
Sarre, visto dall'envers.Fino ad oggi il paesaggio ed i meccanismi di tutela erano visti da molti esclusivamente come un vincolo. Nell'attuale ordinamento amministrativo generalmente la politica di tutela e valorizzazione del paesaggio si attua applicando i disposti del D.Lgs. 490/99, che implicano comunque ancora un concetto di vincolo passivo. Un vincolo si configura come un elemento di staticità del territorio, definisce cosa non si può fare e non indica invece cosa si dovrebbe fare e non sempre fornisce un'adeguata integrazione e rapporto con i caratteri peculiari delle diverse realtà territoriali. Esso, spesso legato esclusivamente agli schemi classici della visione, non dice nulla su come valorizzare un bene o attuare nel modo migliore la sua tutela durante l'arco della sua vita. Inoltre, rimane un condizionamento raramente condiviso e conseguentemente difficile da accettare.
Un'occasione per superare questa staticità può essere offerta dalle metodologie indagate dagli studi in materia ambientale. Le tematiche e i valori emergenti dalla questione ambientale, infatti, presupponendo una visione dinamica, integrata e specifica dei fenomeni, forniscono approcci adeguati a queste nuove necessità, garantendo analisi, sintesi e monitoraggio anche dei processi territoriali in atto.
Da qui l'occasione per superare il concetto di vincolo di salvaguardia ed arrivare alla condivisione del valore di un nuovo paesaggio. In tale modo è possibile considerare i segni storici dei processi naturali ed antropici e contemporaneamente valorizzare le componenti paesistiche attuali come elementi del vivere d'oggi, che non necessariamente presuppongono caratteri di negatività, ma al contrario possono essere elementi di una nuova identità. Questo approccio, che impone una visione dinamica ed integrata del paesaggio e l'accettazione di differenti famiglie di paesaggi, che vanno trattati in modi e forme a volte molto diversi, contribuisce al raggiungimento dei nuovi valori di sostenibilità ambientale e socio-economica. Da qui anche la necessità di superare la logica delle competenze settoriali sia delle amministrazioni sia delle varie discipline, indirizzandosi piuttosto verso un'integrazione e ricomposizione delle materie. Gli strumenti volti alla nuova gestione del territorio dovrebbero recuperare questo concetto di paesaggio/ambiente e costituire così una potenzialità per le politiche delle comunità capace di integrare tutela e valorizzazione, vincolo e sviluppo, perseguendo una più efficace condivisione.
Anche nell'attività di pianificazione comunale dovrebbero essere introdotte delle riflessioni sul paesaggio e sulla sua trasformazione, constatando la complessità del sistema e cercando di agire sulle diverse componenti del territorio al fine della riqualificazione degli ambiti, della conservazione e valorizzazione dei caratteri identificativi, ma anche della gestione compatibile delle trasformazione di parti del territorio.
I piani dovrebbero entrare in sintonia con questa sensibilità sia elaborando nuove tecniche di acquisizione delle informazioni sia sviluppando metodologie atte a garantire maggiori gradi di efficacia all'attuazione delle previsioni stesse, così da poter individuare anche diversi livelli di gestione per gli interventi e porre il piano quale occasione per perseguire azioni di salvaguardia e promozione delle iniziative volte alla gestione del paesaggio.
   
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