QUALE FUTURO?
Alcuni studi archeologici condotti sulla piana di Aosta hanno consentito di ricostruire la stretta relazione fra assetto naturale e modalità insediative ai tempi dei romani.
ASSETTO DEL TERRITORIO IN ETA' ROMANA
di Rosanna Mollo
La città e il suo territorio.Nell'antichità classica la fondazione di una città (greca o romana) era sinonimo di organizzazione della vita associata e di regolamentazione, secondo un piano prestabilito, dell'assetto del territorio in modo tale da garantire lo sviluppo e la vivibilità della nuova comunità. La città comprendeva, a partire dal momento della sua fondazione, un agglomerato urbano rigorosamente definito (urbs) e il territorio rurale circostante (ager) confinante con le città limitrofe.
Nell'ambito del programma augusteo di restaurazione italica e al tempo stesso di consolidamento del confine alpino, l'intervento di urbanizzazione della Valle d'Aosta nel 25 a.C. conseguente alla conquista viene attuato secondo norme programmatiche da tempo sperimentate: il tracciamento della rete viaria, l'impianto della città e l'organizzazione fondiaria.
Anche se la romanizzazione del territorio avviene mediante la massiccia sovrapposizione di nuove infrastrutture, tuttavia la struttura organizzativa romana razionalizza scelte tradizionali (insediative o di percorso) suscettibili di essere integrate nella pianificazione generale del territorio.
La scelta dello spazio geografico per l'edificazione ex novo della città riflette un criterio selettivo che tiene conto di condizionamenti ambientali di carattere funzionale (la electio loci di Vitruvio) e di altri fattori quali la centralità territoriale, la posizione di rilievo nell'ambito dei percorsi e la vocazione insediativa dell'area, già sede di importanti stanziamenti indigeni.
Il carattere montuoso della regione non ha sinora consentito di individuare tracce consistenti del processo di divisione del suolo e di assegnazione delle terre - la cosiddetta centuriazione - attestata dalla diffusione dell'insediamento sparso e dalla permanenza di toponimi con terminazione in -an (Gressan, Cossan, Ciseran, Jovençan, …).
Forme di regolamentazione agrimensoria basate sul modulo quadrato della centuria (m 710) - probabilmente una microcenturiazione - sembrano aver interessato le zone più fertili e pianeggianti della conca di Aosta bipartita dalla Dora Baltea.
Indizi dell'esistenza di una pianificazione territoriale a scala limitata, coerentemente estesa sia alla realtà urbana sia allo spazio esterno - forse una fascia lunga e stretta - si ritrovano nella documentazione cartografica ottocentesca e nei relitti toponomastici.

Ricostruzione dello schema programmatico città-territorio.IL TRACCIAMENTO DEI LIMITI CENTURIALI E DEL RETICOLO URBANO
Le indagini archeologiche condotte in questi anni nella conca di Aosta hanno portato ad una migliore conoscenza dell'impianto urbanistico e all'approfondimento di specifici aspetti progettuali.
L'intero sistema di divisione agrimensoria che doveva regolare il rapporto città-territorio sembra trarre origine dall'intersezione di un asse di tracciamento Nord-Sud con l'asse ortogonale in direzione Est-Ovest - corrispondente al Decumanus Maximus urbano - in un punto prossimo alla città e svilupparsi equipartito nelle quattro direzioni cardinali sino alla determinazione di una serie di parcelle centuriali di 2400 pedes di lato, cioè una porzione quadrata di terreno con lato di metri 710.40, pari ad una superficie di 200 iugera (50 ettari circa).
Lo studio delle regolarità metriche e geometriche ha evidenziato corrispondenze modulari e precisi rapporti che intercorrono tra gli assi programmatici urbani e i limites centuriali coerentemente orientati; la regolarità geometrica del reticolo centuriale scandito da un ritmo modulare di 600x480 pedes, pari a 10 iugera, determina lo schema teorico del piano programmatico iniziale e fornisce un duplice modello di organizzazione dello spazio urbano e di quello rurale.
Il rettangolo perimetrale di Augusta Praetoria (m 727.50 x 574.00) viene ad occupare una superficie pari a 160 iugera, simmetricamente ripartita in 5 actus (600 pedes) con un ritmo modulare ricadente in corrispondenza del tracciamento degli assi viari programmatici.
Un'ulteriore ripartizione interna suddivideva l'area urbana in moduli rettangolari di 300x240 pedes determinando in tal modo il modulo-base dell'isolato tipico, la cosiddetta insula.
Il modello di ricostruzione agrimensoria, modularmente ripartito da suddivisioni interne alle centurie, evidenzia un sistema di relazioni territoriali - urbane ed extraurbane - rigidamente funzionali e in razionale coerenza con le componenti geografiche ed ambientali, ancor oggi parzialmente riconoscibili sul territorio.
Ipotesi di centuriazione della conca di Aosta.La pianificazione fondiaria doveva interessare l'immediato concentrico della città: il reticolo centuriale non poteva evidentemente estendersi in eguale misura nelle quattro direzioni cardinali per la predominanza del terreno montagnoso e per l'esistenza di condizionamenti di natura idrografica.
La persistenza nel corso dei secoli di reti di drenaggio artificiale - rives e rus - che ricalcavano più antichi interventi irrigatori o di bonifica dell'età del Bronzo e della successiva età del Ferro, sembra confermare anche per l'età romana l'attivazione di un regime stabile di controllo idraulico del bacino di Aosta.
Al di là della fascia extraurbana l'organizzazione dello spazio rurale doveva contemplare l'occupazione e lo sfruttamento agrario delle zone più fertili e le relative opere di disboscamento e di appoderamento. Anche le fasce alluvionali lungo la Dora e le divagazioni dei corsi d'acqua a regime torrentizio erano molto probabilmente sfruttate e sottoposte a bonifica.
Il tracciamento centuriale sembra aver interessato anche le pendici collinari; nelle zone più elevate erano collocati appezzamenti destinati a bosco (silvae), a pascolo comune e pubblico (compascua communia e pascua publica).
Indicatori di una sistemazione antica del paesaggio rurale sono indubbiamente i segmenti di strade e di chemins orientati sugli assi centuriali e il dislocarsi di cappelle e di oratori, testimonianza di antichi culti.
Per quanto riguarda la ripartizione delle assegnazioni di terreno è documentato un progressivo aumento delle singole aliquote a partire da due iugeri nel IV secolo a.C. sino ai cinquanta iugeri e, talora, anche ai duecento dell'età imperiale (un iugero corrisponde a due actus quadrati, pari a una superficie di 2.523 metri quadrati; quindi si va da ½ ettaro fino a 12 ettari circa).
Nelle zone pianeggianti e nella fascia pedecollinare della conca di Aosta le presenze insediative, pur nella parzialità del dato planimetrico, sembrano organizzarsi in appezzamenti rettangolari allungati della larghezza di 5 actus (actus lineare = 35.52 metri) scanditi sul modulo di 1: 4 con ulteriori frazionamenti ortogonali di diversa entità.
Nel contesto ambientale suburbano la pianificazione rurale doveva alternare all'organizzazione dei corpi architettonici l'ordinata e selettiva ripartizione delle colture erbacee (horti), arboree (pomaria et vineae) e prative (prata) come attestano le sopravvivenze toponomastiche e le fonti documentarie medievali.

LA VIABILITÀ
Documento cartografico riproducente la forma di una Colonia Augusta.Nel contesto del piano programmatico l'immediata fascia periurbana era caratterizzata dalla presenza delle grandi opere funzionali di infrastruttura pubblica - i ponti, le strade e le opere idrauliche -, elementi integranti dell'impianto urbano, coerenti con gli assi centuriali e le suddivisioni interne alle centurie.
Nell'ordinata disposizione della maglia centuriale la via publica, il tessuto connettivo dell'organizzazione delle relazioni territoriali ed extraterritoriali della città, tagliava trasversalmente il reticolo centuriale, ad eccezione del tratto urbano e dell'immediato suburbio ove si manteneva rigidamente rettilinea e seguiva con la massima coerenza l'orografia dei luoghi.
Per quanto riguarda la viabilità secondaria una strada risaliva a mezza costa la sinistra orografica del Buthier, parallela al corso del torrente; nella piana di Aosta, una strada secondaria seguiva razionalmente il corso della Dora, sulla destra orografica.
La rete dei percorsi minori seguiva invece il sistema di pianificazione regolare della conca di Aosta: decumani e cardines, ancor oggi conservati in alcuni tratti, disegnavano il reticolo stradale e le linee divisorie interpoderali, che avevano la funzione di sottolineare la regolarità geometrica dell'appoderamento.
Per quanto riguarda l'organizzazione dei flussi viari, sia la viabilità secondaria a respiro locale che i tracciati centuriali di minore importanza facevano capo alla via publica - artificialmente costruita e dotata di infrastrutture - emergente nel contesto del paesaggio agrario.
Il rapporto città-campagna avveniva prevalentemente tramite il cardo e il decumanus maximi, gli assi principali di accesso alla città riferiti ai quattro punti cardinali, e i tracciati centuriali coerentemente orientati.
A conclusione delle procedure agrimensorie, per motivazioni di ordine giuridico e fiscale era consuetudine che la planimetria di una città di fondazione e del suo territorio - la cosiddetta forma bronzea o marmorea - venisse esposta in luogo pubblico, di norma nel foro.
Sembra comunque possibile riconoscere secondo alcuni studiosi (Schulten, Dilke), non senza incertezza, Augusta Praetoria in una illustrazione manoscritta dei Codici Gromatici raffigurante una Colonia Augusta, situata al centro di una centuriazione che è inegualmente estesa a causa della vicinanza dei monti.
   
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