EDITORIALE
EDITORIALE
di Franco Vallet
Assessore al Territorio, Ambiente e Opere pubbliche
Viviamo in questo momento una situazione di particolare importanza per il territorio della nostra Regione, poiché i Comuni sono chiamati a rivedere i loro piani regolatori per confrontarli con gli indirizzi della pianificazione regionale. In aggiunta, l'alluvione dell'ottobre scorso ha sicuramente influito sulla nostra sensibilità verso i problemi territoriali ed oggi affrontiamo questo tema con una consapevolezza nuova, di chi ha toccato con mano la delicatezza degli equilibri naturali e l'impotenza dell'uomo a dominarli. Ci accostiamo quindi al territorio con una visione fondamentalmente diversa da quella con cui abbiamo scritto i piani regolatori della generazione precedente, nel momento in cui il suolo sembrava ancora un bene quasi indefinitamente e indifferentemente disponibile ed il piano era ancora visto come un puro strumento di razionalizzazione di un processo di sviluppo che non era messo in discussione.
Oggi, invece, il primo compito di un piano regolatore è proprio stabilire quale sviluppo immaginare per il Comune, perché sia uno sviluppo durevole ed equilibrato con le risorse, perché ci porti a migliorare la qualità di vita dei residenti, ad ampliare le possibilità occupazionali per i giovani, a qualificare l'offerta di natura per il mercato turistico. Costruito il costruibile, ci siamo resi conto che in una zona di montagna da un lato esistono dei limiti naturali invalicabili e, dall'altro, la piccola dimensione costituisce uno degli elementi di prègio dell'ambiente: l'offerta della montagna ha il suo valore proprio per ciò in cui si differenzia dall'urbano. Ci si pone invece oggi l'obiettivo di migliorare la qualità e ottimizzare l'uso di ciò che già abbiamo, in modo da diminuire i costi che gravano sulle Amministrazioni pubbliche e far fruttare gli investimenti fatti nel passato.
Ci sembra perciò utile, con questo numero, porci insieme la domanda di quale futuro vogliamo immaginare per la nostra Regione e per i nostri figli. La base per la progettazione dei nuovi strumenti urbanistici sarà costituita dalle risposte che ciascuna Comunità locale vorrà dare a questa domanda. Il lavoro delle Comunità locali troverà nella Regione un riscontro di collaborazione e d'intesa, in modo da costruire insieme le prospettive sul nostro futuro.

 
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