Il Green Public Procurement (GPP), in italiano Acquisti verdi della Pubblica amministrazione, è l’integrazione di considerazioni di carattere ambientale nelle procedure di acquisto della Pubblica Amministrazione, cioèè il mezzo per poter scegliere "quei prodotti e servizi che hanno un minore, oppure un ridotto, effetto sulla salute umana e sull'ambiente rispetto ad altri prodotti e servizi utilizzati allo stesso scopo".
'Acquistare verde' significa quindi acquistare un bene/servizio tenendo conto degli impatti ambientali che questo può avere nel corso del suo ciclo di vita dall’estrazione della materia prima, allo smaltimento del rifiuto. Esso è uno dei principali strumenti adottati per mettere in atto strategie di sviluppo sostenibile e della cosiddetta “Economia circolare”.
Gli acquisti pubblici, infatti, rappresentano in Italia circa il 17% del Prodotto Interno Lordo (PIL) e nei Paesi dell’Unione europea circa il 14%.
Il ricorso allo strumento GPP viene incoraggiato da alcuni anni dall'Unione Europea ma è con la direttiva 2004/18/CE del 31 marzo 2004, relativa al “coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di forniture, di servizi e di lavori” che, a livello normativo, riconosce la possibilità di inserire la variabile ambientale come criterio di valorizzazione dell’offerta.
In Italia il Green Public Procurement non è obbligatorio, però esistono alcune norme che ne comportano l’introduzione stabilendo dei requisiti specifici o degli obiettivi per l’acquisto e/o utilizzo di determinati prodotti o servizi. Dal Decreto Ronchi (D.lgs. 22/97 art. 19), modificato da L. 448/01, che stabilisce l’acquisto di almeno il 40% del fabbisogno di carta riciclata, al DM del 27/3/98 in cui una quota del parco autoveicolare deve essere costituito da veicoli elettrici, ibridi o ad alimentazione naturale dotati di dispositivi di abbattimento delle emissioni, la Finanziaria del 2002 (L. 448/01, art.52) sancisce l’obbligo di riservare almeno il 20% del totale all’acquisto di pneumatici ricostruiti. Il DM 203 dell'8/5/2003 invita le regioni a definire norme affinché gli enti locali coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30%. Il decreto prevede inoltre che i destinatari adottino in sede di formulazione di gare per la fornitura e l’installazione di manufatti e beni, e nella formulazione di capitolati di opere pubbliche, criteri tali da ottemperare al rispetto delle quote previste dal decreto.
Anche il Codice degli appalti, pur non rendendo obbligatoria la pratica degli acquisti verdi, lascia la possibilità a tutte le amministrazioni ed agli Enti Locali di effettuare scelte ambientalmente e socialmente preferibili: all'art. 2 comma 2 (principi) si indica che "Il principio di economicità può essere subordinato, …, ai criteri previsti dal bando ispirati ad esigenze sociali nonché alla tutela della salute e dell'ambiente ed alla promozione dello sviluppo sostenibile".
Di seguito si riportano i principali eventi promossi dall'Assessorato Territorio e Ambiente nell'ambito del "Programma triennale di azioni volte alla riduzione e alla prevenzione dei rifiuti", approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1695 in data 15 luglio 2011.