Nel 2018 sono ripresi gli scavi archeologici per l’ampliamento dell’Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta. Le indagini sono concentrate sotto la porzione settentrionale di viale Ginevra, dove il progetto prevede la realizzazione di un sottopasso interrato per auto e pedoni.
Gli scavi hanno dapprima intercettato i resti del cimitero moderno della città di Aosta, che era già stato messo in luce per una buona parte nel 2014. Si tratta di sepolture recenti del camposanto cittadino utilizzato dalla fine dell’800 fino al 1937; al di sotto di queste ne sono emerse delle altre, genericamente databili al medioevo, per un totale di 115 inumazioni.
Sottostante il livello cimiteriale di epoca medievale, e separata da questa da una potente frana, si è messa in luce l’area sepolcrale di epoca romana, ubicata al lato orientale della via che conduceva al valico del Gran San Bernardo, la cui presenza è ipotizzata sotto l’attuale viale Ginevra, e che i prossimi scavi (che riguarderanno la porzione occidentale di quest’ultima) metteranno verosimilmente in luce.
La zona occupata delle sepolture romane è piuttosto estesa (le indagini coprono attualmente un’area di circa 70 m2) ed è caratterizzata dalla presenza di un recinto funerario in muratura. Al suo interno si sono per ora messe in luce circa una dozzina di tombe, tutte a incinerazione, mentre altre (circa 7), tutte a inumazione, sono ubicate all’esterno del recinto. Le prime si datano, per ora molto genericamente, all’epoca imperiale mentre per le seconde si può ipotizzare una datazione più tarda. Solamente la conclusione delle indagini, con lo scavo completo e accurato di tutte le sepolture, si potrà specificare meglio la loro collocazione cronologica.
Nel mese di dicembre 2018 sono stati portati alla luce due sarcofagi in piombo perfettamente conservati, attribuibili all’epoca romana.
Il rinvenimento fa parte di un più ampio contesto sepolcrale, databile a partire dal I sec. d.C., sorto lungo la strada che, in uscita a nord dalla città di Augusta Praetoria, si dirigeva verso il colle del Gran San Bernardo. A circa 4,5 m di profondità dall’attuale viale Ginevra è emerso un recinto funerario in muratura, a est della strada romana, che chiudeva al suo interno ben 32 sepolture a incinerazione di diversa tipologia. La maggior parte era in semplice cassa di laterizi e con poco corredo. Spiccano, però, alcune tombe più monumentali, tra le quali due in cassa di piombo, una in cassa di lastre di bardiglio con ricco corredo vitreo e una struttura quadrata in lastre di travertino, oltre a tre grandi basamenti in muratura destinati verosimilmente a sostenere dei sarcofagi; il ritrovamento delle casse in piombo costituisce una novità assoluta nel panorama valdostano. Una situazione che non pregiudica l’avanzamento dei lavori nei tempi stabiliti: sono state sollevate le grandi lastre che le coprivano e si procederà immediatamente al loro scavo in situ o, se le condizioni meteo della stagione invernale imminente non lo consentono, al loro sollevamento e trasporto presso i magazzini della Soprintendenza.
Utile, per abbattere i tempi di indagine e per seguire le migliori strategie di intervento, è stato l’apporto della Struttura Complessa di Radiologia, Diagnostica e Interventistica dell’Ospedale regionale che ha eseguito una endoscopia di uno dei due sarcofagi, che presentava una leggera frattura sulla superficie.